Le malattie cardiovascolari sono la causa principale di morte in tutto il mondo.

La malattia ischemica, e’,nell’ambito della patologia cardiovascolare, una delle cause piu’ frequenti di morbilita’ e mortalita’. Per tale motivo la terapia delle sindromi coronariche acute e’sempre al centro delle attenzioni dei cardiologo e sempre piu’vengono proposti nuovi protocolli di intervento utilizzando tecniche invasive o non.

Il malato ischemico, pero’, una volta superata la fase acuta deve, al piu’ presto , riprendere le normali consuetudini di vita e di lavoro, senza incorrere in quelle situazioni di rischio che sono state,nella maggior parte dei casi, la causa della sua malattia. Il paziente ,dopo l’uscita dalla terapia intensiva coronarica o dal reparto di cardiochirurgia, deve essere seguito sia per il controllo di eventuali recidive,sia per il controllo delle complicanze,sia per un controllo dei suoi fattori di rischio che possano in qualche modo riproporre una condizione di malattia simile a quella iniziale. Questo e’il compito della riabilitazione cardiologica.(o meglio Cardiologia Riabilitativa.)(CR)

La cardiologia riabilitativa, e’ la somma degli interventi richiesti per garantire le migliori condizioni fisiche,psicologiche e sociali in modo che ai pazienti con cardiopatia cronica o post.acuta si possa evitare il ripetersi degli eventi negativi che li hanno interessati e quindi, tra l’altro,permettere loro di conservare il proprio ruolo nella societa’.

Gli obiettivi della C.R. sono quindi: ridurre i sintomi legati alla malattia,migliorare la capacita’funzionale,ridurre la disabilita’, ridurre il rischio di nuovi eventi cardiovascolari.

Di conseguenza un adeguato periodo di C.R. deve permettere di ridurre la mortalita’,migliorare il profilo cardiovascolare,migliorare la tolleranza allo sforzo,dei sintomi d’angina e dello scompenso,migliorare la qualita’della vita,permettere un piu’rapido ritorno al lavoro,concedere una maggiore autonomia funzionale con riduzione della dipendenza e disabilita’.Questi obiettivi si realizzano mediante un globale approccio diagnostico-valutativo e mediante uno specifico trattamento terapeutico di cui l’esercizio fisico e’ solo uno dei componenti.

I pazienti complicati ad alto rischio dovrebbero essere indirizzati alle strutture riabilitative degenziali a piu’alto livello diagnostico ed organizzativo,i pazienti a medio-basso rischio potrebbero invece, essere inviati a strutture riabilitativa di tipo intermedio o ambulatoriale.

La riabilitazione cardiologica e’indirizzata : 1) a pazienti affetti da malattia ischemica. (recente infarto, angina cronica, pazienti sottosposti ad angoplastica,paz.reduci da intervento di bypass- aortocoronarico. 2) a pazienti reduci da intervento di sostituzione valvolare o di sostituzione di tubo aortico. 3) pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico,.4)paz. Portatori di pacemaker,

5)paz.affetti da arteriopatia obliterante.6)pazienti operati per cardiopatie congenite o per trapianto cardiaco. Le controindicazioni assolute sono invece: l’angina instabile,lo scompenso acuto,l’ipertensione polmonare grave,la presenza di aritmie ventricolari gravi,l’ipertensione arteriosa di grado severo,versamento pericardio severo,miocardiopatia ostruttiva,stenosi aortica serrata,recente trombosi venosa profonda.

Date queste premesse, da una ricerca italiana, si e’dedotto che sono circa 120.00 pz.annui i cittadini che dovrebbero essere sottoposti alla riabilitazione cardiologica ma solo 37.000 sono quei pz. che effettivamente la eseguono. Percentualmente circa il 60 % dei pazienti che svolgono la riabilitazione cardiologica sono di origine chirurgica mentre il rimanente sono pazienti ischemici ed in minima parte affetti da scompenso cardiaco.

CONCLUSIONI:

La Cardiologia Riabilitativa si basa su un intervento multifattoriale che e’ costituito :

1)da un controllo delle complicanze mediche o chirurgiche subito dopo l’evento in una fase post-acuzie e di trattamento in regime di degenza,

2) da una attenta valutazione dello stato pscichico del paziente con azioni di supporto si singole che in gruppo.

3)dall’esecuzione di una attivita’fisica controllata che permette di valutare le condizioni reali del paziente monitorando gli eventuali progressi raggiunti nel tempo.

4) da un programma di prevenzione secondaria con un controllo terapeutico dei fattori di rischio a cui si deve affiancare una educazione sanitaria globale sia dietetica che comportamentale.

DR. Alfonso Galati, Primario Divisione di Cardiologia Riabilitativa,Presidio Ospedaliero Villa Betania,ASL RME.

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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