Silvana PINTO

LA SCRITTRICE SILVANA PINTO RACCONTA E RIASSUME TUTTE LE EMOZIONI VISSUTE, MA ANCHE I TANTI SACRIFICI ATTRAVERSATI, PER RAGGIUNGERE IL TRAGUARDO DELLA LAUREA IN PSICOLOGIA

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E’ passato poco tempo dal giorno della laurea, traspare evidente la felicità e la soddisfazione, ma anche quel senso di non fermarsi certo qui. Torniamo un po’ indietro nel tempo e raccontiamo ai nostri lettori la scintilla che avvia il viaggio studi che porterà alla laurea di Silvana Pinto. Cosa si vive ancora di quel giorno?

Sono passati circa due mesi dalla mia laurea ma ancora sento addosso quella felicità che non mi abbandona. 
È qualcosa che va oltre una data da ricordare, è qualcosa che ti appartiene. La consapevolezza di una meta raggiunta con fatica e sacrificio…
Mi chiedi qual è stata la scintilla che ha fatto accendere in me questo grande sogno che era rinchiuso in un cassetto che credevo non avessi mai aperto? Ti rispondo così: Un giorno ho aperto gli occhi, mi sono guardata attorno ma soprattutto dentro e ho sentito che c’era qualcosa che stava per uscire, un desiderio forte che probabilmente si è palesato al momento giusto. Sai, io sono abbastanza fatalista e credo che nulla nella vita avvenga per caso. Così ho detto a me stessa “voglio laurearmi in psicologia “. Questa ferma decisione è cresciuta probabilmente dentro di me mentre mi dedicavo a recensire le opere di illustri scrittori, un’altra delle mie grandi passioni. In realtà è come se avessi fatto un passo indietro nel tempo, voler colmare quel vuoto, quel cammino interrotto, quella laurea alla quale non sono mai arrivata perché ero presa da altre cose o forse perché è così che doveva andare.
Nel momento in cui ho detto “voglio laurearmi” ho sentito che quella nebbia che offuscava la mia mente, si era totalmente diradata, ed ero pronta a rimettermi a studiare.
Sai è stato un attimo, un bagliore di luce che non ho mai voluto che si spegnesse perché l’ho voluto con tutta me stessa.

Quali e quante difficoltà organizzative personali ha incontrato nel percorso studi e quali invece le spinte motivazionali?

Mi sono trasferita a Roma da circa 4 anni, mi sono ambientata quasi subito nonostante disagi vari, uno fra tutto il covid, e tutto è andato molto a rilento, come trovare un lavoro e altro. Diciamo che, per una donna che vive da sola e che si barcamena nella routine quotidiana, i disagi sono tanti. Quando ho iniziato il percorso universitario ho incontrato alcune difficoltà tipo: organizzare lo studio, riprendere i libri, rimettere in moto il meccanismo mnemonico che era un po’ arrugginito visto il tempo trascorso.  Nonostante io sia una persona che ha sempre letto e scritto, lo studio richiede un’attenzione diversa, una concentrazione che a volte vacilla per problematiche personali ed è lì che arriva il momento in cui si vorresti mollare tutto, come non nascondo è capitato a me. Ci sono stati attimi in cui volevo “gettare la spugna” come si dice sul ring, ma poi la mia ostinazione ha avuto la meglio.
Permettimi il paragone: si dice che quando una donna dà alla luce, i dolori del parto svaniscono non appena tiene tra le braccia la sua creatura. 
Ecco, diciamo che nel momento in cui mi hanno proclamato dottoressa tutto è scomparso, dando spazio a lacrime di gioia e forte emozione.

Se avesse davanti a se un giovane e una persona di mezza età che ancora non ha intrapreso il percorso studi di laurea, cosa consiglierebbe?

Mi piace molto questa domanda e vorrei rispondere come se io la ponessi a me stessa, sperando che sia da incipit per gli altri.
L’impulsività nei giovani può rivelarsi dannifica quindi è giusto seguire i propri sogni ma sempre con i piedi per terra e la testa sulle spalle.
Che dovrà lavorare sodo e il doppio, ma in questo caso l’istinto che spinge ad intraprendere una strada è una consapevolezza e non un gesto impulsivo. È come una mela matura che deve essere colta e assaporata.

Silvana Pinto oggi si guarda allo specchio e cosa dice? Poi si affaccia alla finestra e cosa si immagina per il futuro?

Lo specchio… spesso lo specchio riflette un’immagine di noi che non riconosciamo, come fino a qualche tempo fa è capitato a me, guardarsi e non riconoscersi…
Questa laurea mi ha insegnato due parole che continuano a risuonarmi in testa: perseveranza e pragmatismo. Voglia di arrivare al punto in cui mi sono prefissa, i miei progetti, una carriera che inizierà con un po’ di ritardo ma che sarà il mio futuro. 
Questa laurea ha infuso in me qualcosa di magico ma tangibile, una realtà che è e sarà la mia continuazione di vita professionale e personale.

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..:: Atlasorbis – news quindicinale 10 febbraio 2024



V. Ruocco

Di V. Ruocco

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