Da oggi la depressione, il cosiddetto “male oscuro”, le cui origini e le cui evoluzioni sono da sempre costellate da dubbi più che da certezze mediche, può annoverare uno spiraglio di luce sulla sua anamnesi e sulle sue possibili cure, dopo la scoperta dei marcatori biologici di quella maggiore e della Sindrome Bipolare, necessari ad individuare il percorso terapeutico più adatto ad ogni singolo paziente.
Tale importante innovazione apre nuovi scenari per la terapia di questa malattia e per la medicina in generale. Il principale fautore di questo importante risultato medico, frutto di un’accurata ricerca e da inequivocabili prove cliniche, è stato L’Istituto di Ricerca della L.U.de.S “Paolo Sotgiu” diretto dal Prof. Massimo Cocchi con sede a Lugano, che ha ottenuto per questo uno prestigioso riconoscimento al convegno internazionale, che si e’ svolto a Palermo il 26 e 27 aprile incentrato sugli approcci molecolari e quantistici alla psicopatologia depressiva.

La L.U.de.S. da tempo protagonista nello studio di queste tematiche, ha fatto di Lugano un trampolino di lancio per gli studi sui disturbi e le patologie dell’umore.
Al Convegno, organizzato dalla L.U.de.S stessa, dallo IEMEST, dall’Universita’ di Palermo e dall’ Università di Bologna, ha partecipato il Premio Nobel Kary Mullis, oltre ad alcuni tra i più grandi scienziati internazionali come Gordon Globus, Gustav Bernroider, Donald Mender, Mark Rasenick, Giuseppe Vitiello, Jack Tuszynski.

Finalmente grazie all’impegno dell’istituto universitario svizzero e dello staff del Prof. Massimo Cocchi la lotta alla depressione avrà meno misteri è una fondamentale ed efficace arma in più per poterla combattere.

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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