Non solo manifesti pubblicitari ovunque con corpi di donne in mini bikini o intimo trasparente, anche la tv è piena di spot pubblicitari che usano il corpo della donna come mezzo di comunicazione. Un qualsiasi prodotto di uso quotidiano viene sponsorizzato e pubblicizzato da figure femminili di ogni tipo.
Non parliamo solo di prodotti destinati alla donna come genere sociale ma soprattutto negli spot diretti agli uomini la protagonista è una donna. Nella pubblicità la donna è sempre stata un elemento estetico, adesso però è ora di cambiare registro. E’ assurdo che dopo anni di lotte per l’emancipazione, il nostro corpo è ancora usato come mezzo di comunicazione pubblicitaria. Il messaggio che arriva attraverso questo genere di pubblicità è quello che la donna deve per forza apparire, quindi la figura femminile viene trasformata in oggetto da quella maschile. Ora, la maggior parte delle donne che subiscono violenza vengono viste come oggetto di proprietà dell’uomo, perciò la strada tra il possesso e la violenza fisica e psichica è davvero breve. Bisogna far qualcosa per eliminare del tutto le pubblicità che anche minimamente tentano di trasmettere questi messaggi assolutamente negativi e da evitare. La presidentessa della Camera Laura Boldrini afferma che è indispensabile creare norme sull’utilizzo del corpo della donna nella comunicazione e nella pubblicità. Oltre a mostrare corpi di donna provocanti vengono da sempre proposti i soliti stereotipi di donna-madre-moglie rassicurante, ancora una volta, oggetto indiscusso dell’uomo. L’ unico scopo della pubblicità è quello di un aumento del fatturato per il prodotto e a tale scopo viene sfruttata l’immagine del corpo femminile. Questi messaggi iniziano ad essere davvero dannosi dall’età adolescenziale in quanto falsano l’immagine del corpo in sé e possono portare a disturbi alimentari. Inoltre, già da una giovane età vengono alimentati stereotipi sull’apparenza della donna e la non importanza dell’essere. E’ una questione di formazione dell’individuo, bisogna educare al rispetto degli essere umani e al rispetto del proprio corpo.

Elisabetta Pacifici

16 Giugno 2013

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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