La passione è amore e di amore nessuno è mai morto. Spesso superficialmente i media presentano i Femminicidi come frutto di “delitti passionali” ma di passione questi omicidi non hanno proprio nulla. Nessun uomo può uccidere una donna che ama, come si possono confondere le carezze con le coltellate?
Non si tratta di azioni improvvise e imprevedibili di uomini vittime di “raptus di follia”, sono la conclusione di vicende durate anni, di silenzi mai ascoltati e dolori d’animo incomprensibili. Questo sembrerebbe il gesto isolato di un folle, e un uomo che uccide una donna non è sempre un folle ma spesso è il suo compagno o il suo ex. Dare altri nomi al Femminicidio serve solo a normalizzare un atto di violenza ingiustificabile. Non c’è gelosia che tenga o dolorosi addii che possano permettere di uccidere una donna. Nessun comportamento violento deve essere più giustificato, non esiste nessun “ma” a seguito di queste notizie terrificanti. Riportare i fatti per quelli che sono e non costruire storie come romanzi con giovani protagoniste morte. Sono raccapriccianti nei programmi tv gli esperti che commentano ogni minimo particolare del delitto, fino a renderlo quasi scandaloso. Si, qui l’unico scandalo è che ogni giorno una donna su cinque nel nostro continente subisce violenza e più di una donna su dieci ha subito violenze sessuali accompagnate dalla forza. Parlarne in televisione, davanti a modellini e oggetti non serve a bloccare altre morti. Bisognerebbe entrare nelle scuole e parlarne ai giovani, insegnare loro l’educazione all’amore, come amare con rispetto .

Elisabetta Pacifici

16 Aprile 2013

Avatar

Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

Lascia un commento