Il Vescovo Mons. Domenico Sigalini parla della Beatificazione di Papa Wojtyla.

Eccellenza quanto sarà importante per l’umanità la data 1 maggio 2011?

Sarà molto importante perché si tratta di riconoscere pubblicamente nella fede della chiesa oltre che nel senso comune dei fedeli la statura di uomo secondo il vangelo di Giovanni Paolo II. Beato significa che la vita di Giovanni Paolo II è esemplare e chi la segue arriva a Dio. Significa che ha accolto il vangelo fino in fondo e ha fatto della sua vita un atto di lode a Dio in maniera esemplare.

La beatificazione di Papa Wojtyla che avverrà ad appena sei anni dalla Sua morte è stata resa possibile da un “percorso abbreviato” fortemente voluto da S.S. Benedetto XVI, riducendo l’attesa dei cinque anni per avviare il processo. Eccellenza ritiene opportuno che a fronte di compravate situazioni, anche in ossequio alla modernità di cui si parla, la Chiesa stessa intervenga per snellire procedure spesso troppo lunghe?

Qui non si è trattato si snellire le procedura, ma di non aspettare 5 anni per avviare la causa, che è un processo con tanto di testimoni, di giudici, di ricerche e di approfondimenti. Il processo non ha avuto sconti, è stato fatto secondo le rigorose leggi della congregazione per le cause dei santi, è stato severo nel definire il miracolo, cioè nel constatare attraverso la scienza la non spiegazione della guarigione della suora. E’ stato molto attento a tutta la produzione parlata e scritta da Giovanni Paolo II, a tutti i fatti della sua vita. Si sono ascoltati tutti i testimoni necessari. L’unico sveltimento è stato quello di iniziare prima dei 5 anni come dicevate, e anche di mettere il suo caso davanti a tanti altri che aspettano, ma niente di affrettato nella ricerca della verità della sua santità.

Eccellenza Lei ha avuto l’onore di conoscere Papa Wojtyla. Che cosa l’ha più colpita, l’Autorità di Sommo Pontefice oppure il carisma che egli possedeva?

Mi ha colpito molto la sua preghiera e la sua decisione nel seguire Gesù Cristo. Da qui derivava il carisma che possedeva di parlare con convinzione a tutti della bontà e misericordia di Dio, della santità della vita, della giustizia tra i popoli, della fede in Dio. Mi ha colpito la sua coerenza, la sua decisione di opporsi al male qualunque esso fosse, la sua convinzione della dignità dell’uomo. Inoltre, siccome l’ho seguito in molte giornate mondiali della gioventù, mi ha colpito la sua grande capacità di interpretare il mondo giovanile, di non fare assolutamente mai sconti, ma di orientarli a mete alte di vita e di fede.

Tutto il mondo assisterà a questo evento, al punto che la Diocesi romana ha aperto una pagina web appositamente in 6 lingue: www.karol-wojtyla.org. Eccellenza la rete, internet, secondo Lei, contribuisce a divulgare la Preghiera e la fratellanza cristiana nel mondo?

Certamente la rete internet globalizza anche la preghiera e l’annuncio del vangelo. E’ uno strumento potente di comunicazione e di confronto; papa Giovanni era ben consapevole di questo e ha sempre appoggiato e orientato la chiesa a farne uso e ad abitarlo con la Parola del Signore. Lui stesso se ne è servito e ha iniziato e posto le basi per la grande pagina web www.vatican.va dove si può trovare una miniera di documenti interessantissimi, in pratica tutta la produzione di omelie, discorsi, annunci di fede che hanno come autori i sommi pontefici e le congregazioni che li aiutano nel servizio petrino.

Eccellenza, Lei oltre ad essere il Vescovo della Diocesi Suburbicaria di Palestrina, è anche l’Assistente Generale dell’Azione Cattolica. Papa Wojtyla nel suo pontificato ha dimostrato una grande attenzione verso i giovani. Lei da protagonista ed organizzatore di molti di questi incontri, ci indichi alcuni segni peculiari lasciati in eredità da Papa Wojtyla, per le generazioni future?

L’attenzione di papa Giovanni ai fedeli laici è stata sempre una costante. Anche con le aggregazioni laicali aveva un feeling, oltre che un magistero, costante e mirato. Stava volentieri con il mondo laicale come con la forza di corresponsabilità più decisiva per la missione della chiesa e per l’annuncio della Parola di Dio in ogni angolo della terra. I famosi bagni di folla erano il segno dell’apprezzamento del papa per ogni fedele che si sentiva chiamato a mettersi a disposizione del vangelo. Questo atteggiamento l’aveva in modo particolare per i giovani. In ogni visita che faceva a diocesi o nazioni collocava nel programma un incontro con i giovani e così ha costruito la “generazione Woityla”, quella generazione che in lui ha trovato la strada per arrivare a Dio, per servire la giustizia e la pace, per dare apertura di infinito ai propri sogni. La sua eredità è vastissima, e i giovani che lo hanno seguito sanno di essere persone chiamate a cose grandi, di essere un palpito del cuore di Dio, di essere sentinelle del mattino di un mondo migliore, di sentirsi chiamati alla santità, di essere persone che portano il fuoco dell’amore di Dio nel mondo.

+ Domenico Sigalini

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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