Nell’arco di un mese tre donne in Italia sono state sfregiate con l’acido, volti e corpi sfigurati per portare via la loro femminilità.

Da sempre sentiamo parlare di questa atroce punizione che subiscono le donne arabe, veniamo invasi da foto di donne senza volto ma tutto questo sembra essere lontano dalla nostra realtà.
Invece, sono centinaia le donne nel mondo che ogni anno subiscono questa violenza, l’acidificazione, da parte di uomini che dicevano di amarle. Un inconcepibile crimine attuato non per uccidere ma per rendere infernale la vita della vittima con dolori fisici e trasformazioni psicologiche inimmaginabili. Una delle punizioni più brutali in quanto l’uomo che la pratica ha come unico scopo l’annullamento della bellezza femminile e dell’identità della donna. Questa, come tante altre, è una forma di Femminicidio al pari dell’ammazzare una donna. Chi le tira l’acido per sfregiarla è un crudele criminale quanto colui che la uccide a coltellate.

Tirare dell’acido sul corpo di una persona è come ucciderla lasciandola viva, si modifica solo la forma della violenza ma la spietatezza rimane la stessa.

Molto spesso colpiscono al viso perché è la parte di noi che mostriamo agli altri e che rappresenta la nostra identità. Un tentativo assurdo di fermare la libertà di una persona: donne punite perché rifiutano una relazione o semplicemente perché esprimono la loro voglia di studiare. Basta uno schizzo in pieno viso per far perdere la vista e bruciare i tessuti della pelle, l’acido penetra nelle ossa e blocca anche i muscoli.

E’ un marchio che viene inflitto alla donna perché considerata un oggetto da possedere, sei mia o di nessun altro. La bellezza della donna ricorda la perfezione del creato e solo mani ingrate di uomini crudeli possono compiere queste atrocità.

 

Elisabetta Pacifici

16 Maggio 2013

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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