Conciliare cultura, arte e sport non è cosa di tutti i giorni !

Dopo il successo ottenuto lo scorso anno con la conferenza “Judo e Religione: Agire per riflettere”, tenuta dal Reverendo Professor Hideo Yamaguchi del Tenrikio di Roma, alla quale era seguito lo Stage di Judo diretto dai Maestri Benemeriti 8° Dan Bruno CARMENI e Nicola TEMPESTA ed una gita tra storia, arte e natura fra le rovine di Antica Monterano (Athlon.net – N. 5 Maggio 2011),quest’anno il Maestro 3° Dan Nicola SIGNORILE ha voluto replicare coinvolgendo gli amici del Judo Club Arashi di Bracciano (Roma) diretto dai Maestri Riccardo Bernardini e Romolo De Angelis ed il Centro Sportivo Judo “Claudio Rosone” di Castelverde (Roma) diretto dal Maestro Cristian Cilia e Daniele Luciani.

Infatti, dal 15 al 17 marzo u.s., si sono tenute conferenze sul tema dell’importanza che riveste nella società moderna, così come lo era nel passato, la forma “Kata” non certo solo come esclusivo aspetto esteriore ma come elemento fondamentale per la ricerca “del meglio”.

Ovviamente non si può non tener conto ciò che la storia ci insegna e, nel nostro caso, anche la storia del Giappone che per millenni, ed ancor oggi, si basa sullo Shikata “modo di fare le cose”, io aggiungo, nel miglior modo possibile. Nella Nazione dei Kata ogni cosa, dal più piccolo gesto quotidiano agli incontri altamente formali, segue un rituale specifico, appunto il Kata !

Apparentemente un paradosso per gli Occidentali, in realtà un’arma vincente che permette in modo particolare ai Giapponesi, che imparano il Kata sin dalla nascita e a chi segue la forma, ovvero il Kata, a superare anche gli ostacoli più insormontabili con rigore e disciplina.

Stimato relatore, noto studioso della cultura giapponese, atleta d’eccezione prima, insegnate tecnico poi, Maestro Benemerito 8° Dan Bruno CARMENI, che con la sua ormai nota semplicità di esposizione ha incantato tutti i convenuti Judoka e non, adulti e bambini, ripercorrendo alcune tappe della storia giapponese con particolare attenzione alla filosofia dei Kata non solo dal punto di vista Judoistico ma come modo di vivere, modo di condividere e soprattutto come forma di educazione per esprimere e mantenere l’armonia nella società. Qui il delicato compito che l’istruttore di Judo ha nei confronti dei suoi allievi. È responsabile dell’accrescimento dei valori morali, che devono contraddistinguere lo sportivo nella vita sociale moderna, dove la forma o formalità è appannaggio di poche categorie sociali, dove le regole, anche le più semplici, spesso sono violate. Ecco che lo sport, con le sue regole, le sue forme, i suoi schemi assume sempre più un ruolo di primissimo ordine.

Il Maestro Carmeni si è poi soffermato sul significato del kanji che rappresenta il kata di judo “Una struttura filtrata dai raggi del sole”. Ha poi ricordato che nel 1887 Jigoro Kano codificò cinque Kata secondo la natura e l’armonia del Ju e altri cinque che esprimevano la forza Go. Dall’unione dei due gruppi codificò il Koshiki no kata.

Ovviamente, essendo i convenuti amanti del Judo praticato, sia agonistico che tradizionale, non potevano mancare i preziosi allenamenti sui grandi tatami attrezzati per l’occasione sia nel Dojo di Bracciano che nel Dojo di Castelverde dove il Maestro Bruno Carmeni, alla presenza dei Maestri Tullio Carmeni e Giuseppe Tommasi, ha regalato grandi emozioni, coinvolgendo i più piccoli con tecniche di allenamento uniche, accattivanti, divertenti. I piccoli Judoka si sono esercitati sull’esecuzione delle cadute (Ukemi) e di alcune tecniche del gruppo Ashi waza.

Per i Judoka più esperti, sono stati approfonditi alcuni aspetti tecnici per arrivare nel giusto modo allo studio ed esecuzione del proprio “Tokui-waza”. Ciò anche grazie alla partecipazione della RAPPRESENTATIVA DELLE FIAMME ORO capeggiata dal Maestro Stefano DI PUCCIO con Lucia TANGORRE e Margherita TRUGLIA e alla partecipazione di rappresentative di molte altre Società Sportive Laziali, intervenute sotto la guida dei Maestri Bruno LANDI, Emilio RAGNOLI ed Enrico BENEDETTI.

Come accennato in premessa, per conciliare la cultura sportiva con l’arte e la storia, le conferenze sono terminate con una gita al Castello Odescalchi di Bracciano, una delle più belle dimore feudali dell’intera Europa.

Il Castello, che sorge sulla sponda meridionale del Lago di Bracciano è stato realizzato a partire dalla seconda metà del ‘400, inglobando una roccaforte del 1100. Tra gli ospiti illustri che hanno onorato quella dimora si ricordano Papa Sisto IV nel 1481, Piero dé Medici nel 1487 ed ancora Re Umberto I nel 1900. Numerose opere d’arte sono presenti nel castello, tra cui gli stucchi realizzati da Taddeo Zuccari e affreschi di Antoniazzo Romano.

D’obbligo un ringraziamento a tutti i partecipanti (circa 200 persone) che con la loro presenza hanno reso emozionante l’iniziativa e al Dancing Center di Bracciano diretto da Tatiana GALAKHOVA ed al Centro Sportivo “Claudio Rosone” che, sposando l’iniziativa, hanno concesso – a titolo gratuito – l’uso delle proprie strutture per le conferenze e gli stage di Judo.

Prof. Sonia Ciccarelli

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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