Mancanza di direttive agli uffici periferici

Con la Legge n.120 del 29 Luglio 2010, sono state inserite nell’art.119, comma 4 del Decreto Legislativo n.285 del 30.04.1992, nuove norme per il rinnovo della patente di guida per gli ultra ottantenni.Tale integrazione prevede, tra l’altro, l’abbassamento della validità della patente a due anni, la visita medica specialistica da effettuarsi, a spese del richiedente, in una delle tre Commissioni Medico Legali di Roma, la quale, al termine degli accertamenti, rilascia un attestato (certificato medico di idoneità) ai sensi dell’art.16 lettera C, comma 1 della Legge 29 luglio 2010, in vigore dal 13 agosto 2010.

Ma non è di questo che vogliamo parlare, ancorchè sull’argomento ci sarebbe da chiarire soprattutto la disparità di trattamento prevista dall’art.3 della nostra Carta Costituzionale, trattandosi di due categorie di persone diverse: la prima da 18 a 79 anni per la quale basta il solo certificato medico rilasciato da un medico militare o da un medico della Polizia di Stato e da altre strutture sanitarie previste dall’art.119, comma 2 del Decreto Legislativo n.285 del 1992, bensì dell’inerzia da parte di chi aveva il dovere di diramare, per tempo, opportune note esplicative della Legge in questione agli uffici periferici competenti delle ASL esistenti nei venti Municipi della Capitale.

Tutto ciò non è stato fatto per cui si è venuta a creare una tale confusione che ha disorientato il cittadino interessato creando confusione in cui nessuno sa quello che deve fare e dove deve andare per ottenere il documento sanitario che abiliti alla guida di autoveicoli.

Le tre Commissioni Mediche esistenti nella Capitale non sono sufficienti per ricevere e definire, in tempi ragionevoli, le richieste . Peraltro, nella Legge 120/2010, non sono indicate le tasse a cui sono soggetti gli eventuali accertamenti clinici e/o diagnostici o altri che la Commissione, a seconda il caso in esame, ritiene di prescrivere al candidato, spese che, come è noto, sono a carico del richiedente. Tale balzello, a nostro modesto avviso, non ha senso, prima perché è contrario al principio costituzionale per disparità di trattamento tra le categorie interessate (ex art. 3 Costituzione) e poi perché la categoria degli ultra ottantenni, sono tutti pensionati e con pensioni minime.

Non ci risulta, allo stato attuale , che la Regione Lazio o la Provincia o il Comune di Roma abbiamo provveduto a tali incombenze, mentre ci risulta che la ASL/B ha predisposto, motu proprio, un avviso con il quale comunica agli abitanti di quella giurisdizione che a far data “dal 1° aprile 2011 le prenotazioni della visita per la Commissione Patenti Speciali può essere effettuata ESCLUSIVAMENTE presso gli sportelli C.U.P. del Poliambulatorio della ASL/B”.

Sulla base di tale avviso, credendo che ciò valesse per tutte le ASL della Capitale, il 17 maggio u.sc. mi sono recato presso la ASL/B di Via Vaiano, 53, che ricade nella mia giurisdizione, per la prenotazione della visita medica specialistica. Qui giunto, dopo una lunga fila, quando è arrivato il mio turno ho chiesto all’addetto dello sportello CUP la prenotazione della visita specialistica. Questi, ha risposto che ho sbagliato ufficio e che dovevo recarmi in Via Marotta laddove fanno tutto. Forte della fotocopia dell’avviso della ASL/B che mi avevo procurato e che ho mostrato al mio interlocutore, questi ribadisce che non lo ritiene valido per la ASL/D e, ribadendo che per la prenotazione dovevo recarmi in via Marotta, aggiungendo “se non ci vuoi andare la patente te la rinnovo io per dieci anni stai tranquillo”, continuando il suo beffardo sproloquio. A tal punto gli ho risposto che io non sono né scemo ne pazzo e che lui si deve comportare correttamente nei confronti di un cittadino che chiede un suo sacrosanto diritto, senza mettermi alla berlina di fronte alla gente che guardava inorridita dal comportamento di tale impiegato. A tal punto, visto il comportamento incivile e per non creare ulteriori commenti sgradevoli che avrebbero degenerato, ho chiesto di parlare con il responsabile della struttura amministrativa del complesso. Vengo quindi ricevuto da un funzionario (al terzo piano) del quale non ho chiesto il nome perché mi ha accolto subito e ha voluto sentire le mie lamentele. Ciò fatto, lo stesso funzionario ha voluto accertarsi di persona per conoscere l’individuo che mi ha trattato male. Accertato che le mie lamentele erano sacrosante, il funzionario si scusava lui al posto del suo dipendente , dicendomi che gli addetti allo sportello CUP non sono dipendenti dal Comune di Roma, ma appartengono a una ditta privata che ha in appalto tali lavori. Fin qui l’accaduto, la cui causa è da attribuirsi alla pessima gestione della cosa pubblica.

Ma non basta!

Cado dalle nuvole nel sentire che un servizio pubblico così delicato quale è quello del servizio sanitario che, come è noto della massima riservatezza, e che invece viene gestito da una ditta privata, (con tutto il rispetto) come se si trattasse di una ditta che gestisce le pulizie dei locali. In vero, il personale addetto al servizio pubblico, specie quello della sanità, argomento in questione, per accedere a tale delicato servizio deve possedere, per legge, tutti i requisiti di legge, compreso quello della riservatezza e uno stato giuridico che li responsabilizza e li distingue da altre categorie che tali obblighi non hanno.

Lascio la decisione a chi di competenza per i provvedimenti che vorrà adottare per l’inqualificabile episodio che ha dato motivo alla presente lamentela, nella speranza che per il tratto a venire non abbiano a verificarsi incidenti di tal genere e che cessino le ormai abbastanza notevoli lamentele per i disservizi causati da personale non qualificato per esercitare tali delicati compiti.

Cav. Girolamo Guerrisi

Ispettore Superiore della Polizia di Stato a.r.

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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