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Molti ricorderanno che il servizio militare obbligatorio è stato abolito ufficialmente nel 2004 con la legge Martino e dal 1° gennaio 2005 i cittadini italiani non sono più obbligati a svolgere il servizio di leva. Il leader della lega Matteo Salvini, in piena campagna elettorale, lanciava l’ipotesi di un ripristino della NAIA obbligatoria per uomini e donne, per sei mesi: “Ognuno lo svolgerebbe nel suo territorio, senza fare il giro d’Italia come si faceva una volta, garantendo nozioni di pronto soccorso, protezione civile, pronto intervento, per educare alla convivenza e al rispetto”.

La speranza che molti nutrivano di vedere ripristinata la leva obbligatoria, seppur adattata ai nostri tempi, è naufragata dopo le affermazioni della Ministra della Difesa Elisabetta Trenta: “la Leva obbligatoria non ci sarà, non abbiamo caserme, risorse e necessità”. Si tratta solo di un’idea “romantica”, anacronistica. Tutto sembrava compromesso ed invece è di questi giorni la notizia che molti aspettavano: il servizio militare verrà ripristinato. Sarebbe una bella notizia se fosse vera perché di fake news ne girano tante, soprattutto in aprile. Infatti non si tratta di un vero ripristino ma di una mini naja “volontaria esperimentale”, un a sorta di percorso formativo-educativo della durata di sei mesi con tanto di riconoscimento di crediti formativi. Ma perché il servizio di leva dovrebbe diventare obbligatorio? Uno dei motivi principali è rappresentato dal fallimento educativo della famiglia e della scuola e perché sarebbe il sistema più giusto per far crescere i giovani di oggi con il senso della Patria. Ragazzi sempre più laureati ma poco educati al senso del bene comune. Sicuramente si ripresenterebbe anche il nonnismo nelle caserme con la stessa pericolosità del bullismo nelle scuole. Il rischio è reale perché l’uomo purtroppo è malvagio per natura. Bisogna però essere ottimisti perché in questi ultimi anni è cresciuto il senso di tutela dei propri diritti e soprattutto è cresciuta la coscienza da parte delle autorità militari, pronta a non tollerare più questo genere di abusi. Una gran parte dell’Italia plaudirebbe ad un eventuale ripristino della leva obbligatoria perché parole oramai in disuso” come rispetto, obbedienza, solidarietà, dovere, educazione, tornerebbero finalmente ad avere un significato.

Ma si sa, le ambiguità dei proclami si smentiscono solo con la verità dei fatti.

Cav. Valentino Pisegna

16/4/19

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale