Ogni nuovo anno che arriva è l’anno di “qualcosa”: dopo il 2016 Anno nazionale dei cammini, il 2017 Anno dei borghi e il 2018 del cibo italiano, il 2019 è stato dichiarato Anno del turismo lento. Con molta probabilità a molte persone questi messaggi neppure arrivano e forse esiste un problema di comunicazione. Di certo non sappiamo se queste dediche siano servite ad incrementare in Italia il recupero e l’utilizzo dei sentieri, a far conoscere meglio il nostro patrimonio culturale, oppure a far rinascere i piccoli borghi di cui si fa un gran parlare nei programmi televisivi e sui social. L’Italia è piena di paesini medievali incantevoli di cui troppo spesso ci accorgiamo solo dopo qualche catastrofe. Sono tanto belli quanto dimenticati, a serio rischio di spopolamento e abbandono, in special modo se situati al di fuori dei principali circuiti turistici. Si tratta di Comuni con tradizioni secolari che nonostante il valore storico e paesaggistico rischiano di diventare “borghi fantasma”. Per i piccoli centri avere pochi abitanti significa niente più scuole dell’obbligo, costringendo i bambini a spostarsi con le corriere da un paese all’altro. Spopolamento vuol dire chiusura degli sportelli bancari, come è accaduto al mio paese d’origine, degli uffici postali e persino delle edicole. borghiGià, anche per i distributori di giornali diventa anti economico far arrivare poche copie nei paesini con poche anime. Lo spopolamento genera isolamento, chiusura di esercizi commerciali e insufficiente manutenzione del territorio. La mancanza di progetti porta con se una lunga serie di disagi. Sanità e sicurezza rappresentano forse le preoccupazioni maggiori per chi vive in questi contesti la cui popolazione è composta da persone di “una certa età”, bisognosi di cure e più esposti a truffe e furti nelle abitazioni. La cronaca nera purtroppo è sempre lì a ricordarcelo. Ma cosa possiamo fare per per salvare i nostri borghi? E’ sicuramente compito degli amministratori adottare tutte quelle misure idonee a rivitalizzare i centri storici e renderli appetibili dal punto di vista turistico perché, come ben sappiamo, il turismo porta anche posti di lavoro. Sarebbe necessario, inoltre, che i Sindaci facciano quadrato, così come hanno fatto nel centro Italia dove si sono mobilitati contro il caro pedaggi (che rappresenta un colpo mortale per quei territori), per aiutare i giovani ad accedere ai tanti fondi europei che molte volte non vengono utilizzati e che potrebbero essere utili a coloro che intendono sviluppare produzioni locali. E magari sostenere l’agricoltura, promuovendo la vendita di prodotti a chilometro zero. Per aiutare gli abitanti a rimanere a vivere nei piccoli borghi bisogna necessariamente abbandonare quello sciocco campanilismo che non porta nulla di buono e incentivare gli investimenti privati, ma anche internazionali, così come hanno fatto molti paesini in avanzato stato di abbandono. borghi 2

dott. Valentino Pisegna

01/03/2019

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale