Quando i pasticci “fatti in casa” sbarrano la strada a 2000 idonei al ruolo da sottufficiale.

Dopo anni di rinvii e temporeggiamenti verosimilmente determinati dal contentarsi di sopravvivere piuttosto che di brillare per efficienza, l’Amministrazione della Pubblica Sicurezza ha finalmente riconosciuto un problema.

Si è accorta tardivamente che gli Ufficiali di Polizia Giudiziaria non sono più sufficienti per tutte le esigenze. Tale figura giuridica è indispensabile per la ricezione delle denunce e delle querele, delle operazioni di intercettazione, delle perquisizioni delegate, dei rilievi urgenti sui luoghi e di decine di altre incombenze non consentite ai semplici agenti. Non sono bastati anni di confronti sindacali e di segnalazioni dei cittadini perché si potesse organizzare per tempo e con ponderatezza un’attività concorsuale numericamente logica ed equa. Si è permesso invece che venissero accumulati ritardi di anni, fino a quando nel settembre 2008 è stato bandito un concorso per Vice Sovrintendenti relativo alla vacanza in organico del lontano anno 2001 e l’anno successivo un altro concorso simile relativo alla vacanza del 2002.

Verrebbe da pensare che con questa “soluzione” si sia posto rimedio a tale mancanza, e invece no… In due concorsi sono stati nominati solo 641 Vice Sovrintendenti, concorsi costati alle tasche dei contribuenti milioni di euro, non è dato di sapere quanti, per la sola selezione di una manciata di poliziotti “abili” al ruolo. Ma purtroppo la reale vacanza relativa al 2011, considerando il considerevole recente numero di pensionamenti corrisponde a circa 8000 unità.

Le conseguenze per dei cittadini senza la macchina del tempo in un’Amministrazione in ritardo di 7 anni si ritrovano più di ogni altra cosa nei disservizi quotidiani provocati dalle interminabili code e dal disagio di essere reindirizzati verso un altro Ufficio di Polizia o verso una Stazione dei Carabinieri ogni qual volta non è presente personale con la qualifica necessaria alla ricezione della Denuncia.

Mentre a Roma si discute, la Segunto delle piccole realtà italiane e di Roma stessa vede quotidianamente disattese le aspettative di coloro che hanno già subito l’umiliazione e il danno di un reato. In un contesto che richiederebbe rapide decisioni si temporeggia contro gli interessi dei cittadini, ai quali, quotidianamente e anche in orari diurni, si nega il diritto della Denuncia dal momento che manca personale abilitato alla ricezione delle stesse. In sostanza si tenta di accrescere la percezione di sicurezza tramite la polizia di prossimità scoprendo poi le carte e mostrando il bluff nel momento di vera necessità. I pochi sottufficiali presenti nei reparti, propagandati come gli aerei dell’Impero, vengono impiegati in mille incarichi differenti a danno degli interessi dei cittadini che rimangono in secondo piano rispetto alle numerose e quotidiane necessità burocratiche.

Delle decine di migliaia di concorrenti esaminati nei due concorsi, 2600 hanno superato la prova d’esame. Rimarrebbero quindi duemila idonei prontamente utilizzabili per il tamponamento di una situazione ormai drammatica. Diversamente potrebbe essere necessario bandire ulteriori concorsi altrettanto costosi che, oltre all’evidente nuovo sperpero di denaro meglio impiegabile, produrrebbero nuovi sottufficiali in tempistiche non certo ragionevoli, sicuramente superiori ad un anno.

E’ da considerare anche la situazione paradossale nella quale si trovano quei poliziotti che hanno visto le loro legittime aspettative di progressione di carriera umiliate dalla lentezza del Ministero dell’Interno, a moltissimi di loro è stato permesso di partecipare ad uno di questi rarissimi concorsi solo dodici anni dopo il loro reclutamento. Ragazzi che, pur avendo superato eccellentemente la prova scritta, in conseguenza soprattutto della breve anzianità di servizio (se dodici anni possono definirsi un breve periodo n.d.r.) non hanno raggiunto la vetta della classifica e quindi non sono stati ammessi al corso di formazione.

Beffa nella beffa sono i numerosissimi errori presenti nei questionari. In alcuni dei casi nessuna delle quattro risposte previste dalla singola domanda era corretta. Il Ministero, ammettendo parzialmente le proprie responsabilità, dopo un controllo “accurato” di tutte le domande dei questionari, ha chiesto a migliaia di candidati di ripresentarsi a Roma per somministrare loro delle domande sostitutive a quelle errate nel tempo massimo di un minuto a domanda. Un’anomalia concorsuale mai vista prima attuata in entrambi i concorsi con una spesa per l’erario di più di un milione di euro a concorso, dovuta non solo ai compensi della commissione e alle diarie dei poliziotti, ma soprattutto al vitto e all’alloggio dei partecipanti alcuni residenti in regioni molto lontane dalla capitale.

E’ da evidenziare come, nonostante il controllo, siano sfuggite alla commissione incaricata della verifica dei questionari ulteriori numerose domande errate per sanare le quali è ipotizzabile una nuova reiterazione per il più recente dei due concorsi.

Risulta evidente come a questo punto la più semplice ed economica delle decisioni sarebbe lo scorrimento delle graduatorie esistenti ma l’ostinatezza del Dipartimento per ora rema in direzione opposta. Una decisione rapida in questo senso sarebbe auspicabile oltre che per chi per anni si è visto privare di un diritto riconosciuto da tutte le amministrazioni pubbliche del mondo, anche e soprattutto per garantire la funzionalità di un sistema ormai al collasso decidendo di dire basta a uno sperpero di risorse che ormai non ha più limite, in un momento storico di tagli e di commissioni di verifica per l’accertamento degli sprechi.

di William Zarrilli

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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