Troppe paure, troppi dubbi sulle conseguenze sanitarie e legali, poca informazione (e pure spesso distorta), cattiva formazione, portano tante persone ad essere cauti dall’adottare il senso civico di aiuto al prossimo.Foto 1

Eppure, finché non accade, non si pensa che la vittima che ha necessità di soccorso, può essere uno di noi, un nostro familiare o amico, sul lavoro od in vacanza e nel tempo libero.

L’emergenza sanitaria extraospedaliera più diffusa, è l’arresto cardiorespiratorio. Un emergenza che, in Italia, colpisce anche più di 55.000 persone l’anno!

L’arresto cardiorespiratorio è “primario” (cioè una persona è colta da arresto cardiaco) oppure “secondario” (cioè si scatena in seguito ad altre cause come traumi, avvelenamenti, soffocamenti, etc.)

Cosa può e deve fare un comune cittadino? Foto 2

Poche, importanti e fondamentali manovre, fatte a “step”: valutare, e poi agire!

Vediamole:

  • Vediamo una persona accasciata a terra, oppure la vediamo accasciarsi. PRIMA DI AVVICINARCI, controlliamo BENE che l’ambiente dove si trova la vittima sospetta, sia sicuro. Se l’ambiente NON ci sembra sicuro, non dobbiamo avvicinarci, ma limitarci a chiamare (o far chiamare) il 112. Solo se l’ambiente è sicuro, ci avviciniamo alla sospetta vittima;
  • Chinati in ginocchio vicino la sospetta vittima, con le due mani sulle spalle, la scuotiamo chiamandola a voce alta ad entrambe le orecchie (“signore, mi sente ?”). Se ci risponde, gli chiediamo cosa gli è accaduto, e chiamiamo (oppure facciamo chiamare) il 112;
  • Se la vittima non risponde, dunque non è cosciente. Chiediamo l’aiuto di qualcuno intorno, che dovrà chiamare il 112;Foto 3
  • Liberiamo il torace della vittima, da qualsiasi indumento, e SE NON SOSPETTIAMO CHE ABBIA SUBITO UN TRAUMA AL CRANIO E/O ALLA COLONNA VERTEBRALE, la poniamo in posizione supina (distesa sulla schiena, con braccia e gambe diritte). Pieghiamo la sua testa di poco all’indietro con la mano sulla fronte. Con due dita dell’altra mano, gli solleviamo il mento. Teniamo la nostra testa chinata sul suo volto, con il nostro sguardo verso il suo torace, e, PER NON PIU’ DI 10 SECONDI, Guardiamo se il torace si alza e si abbassa, Ascoltiamo se respira, Sentiamo se respira sul nostro volto;
  • Se non respira, o non ci sembra che respiri normalmente, chiediamo alla persona interpellata prima, di chiamare SUBITO il 112, riferendo che la vittima è (oppure sta per andare) in arresto cardiorespiratorio;Foto 4
  • Sovrapponiamo le nostre mani al centro del torace, sullo sterno, idealizzando un punto giusto al centro tra i due capezzoli della vittima. Distendiamo bene le braccia, senza mai piegarle. Useremo il nostro tronco come peso; iniziamo a comprimere profondamente (circa 5-6 cm) e rilasciare, senza staccare le mani dal torace, per 30 volte;
  • Al termine delle 30 compressioni, possibilmente adoperando un qualsiasi pezzo di stoffa come barriera, faremo 2 insufflazioni (respirazione bocca a bocca);
  • Continueremo la nostra sequenza (30 compressioni toraciche e 2 insufflazioni), fino a che: la persona fa qualche movimento oppure sembra si stia riprendendo, sono giunti i soccorritori professionisti con l’ambulanza, oppure, siamo stanchi e non riusciamo a proseguire e/o avere ulteriore aiuto da qualcuno.

Le suddette valutazioni/azioni, potrebbero essere di fondamentale aiuto per salvare una vita umana.Foto 5Foto 6

Per capirne di più, per sciogliere i tanti dubbi, e per una corretta applicazione delle norme di comportamento sopra riportate, è importantissimo seguire un Corso di BLS (Basic Life Support).Foto 7

In ultimo, e non per ultimo: queste manovre servono (tantissimo) per salvare una vita umana. Perciò diffidate da insegnanti: incapaci di rispondere alle vostre domande o che vi creano ulteriori dubbi; inesperti; improvvisati solo perché hanno i “titoli”; che non escono fuori dal “loro” schema di insegnamento.

01/05/2018

Articolo e materiale, concessi da

RETE EMERGENZE Associazione Onlus

www.retemergenze.org

rete.emergenze@gmail.com

 

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale