Wole Soyinka, scrittore prolifico e versatile autore di numerose tragedie e commedie rappresentate sui palcoscenici di tutto il mondo , ama definirsi uomo di teatro e considera il teatro uno spazio ideale di interazione, la più democratica delle forme artistiche. Durante il suo soggiorno italiano, abbiamo incontrato Wole Soyinka e abbiamo conversato sulla situazione geopolitica mondiale e sulla sua situazione nel suo Paese. Incontrare questo grande poeta è molto difficile, ma soprattutto è ancora più difficile poterlo intervistare. A Roma aveva dato disposizioni precise sul fatto che la sua visita era privata e che non avrebbe concesso interviste. In questo clima sociale così insicuro in cui si trova la Nigeria è molto complicato per un’intellettuale scomodo come Wole Soyinka impegnato politicamente, potersi muovere e incontrare persone .

Purtroppo il problema nigeriano è estremamente complesso. Durante l’elezioni presidenziali del 2007, che ha proclamato vincitore Umaru Yar’Adua, candidato del Partito Democratico Popolare e successore di Olesugun Obasanjo, ci sono stati scontri, uccisioni e rapimenti in ogni partito coinvolto. Gli scontri purtroppo hanno coinvolto anche il popolo che con grande insicurezza si recava a votare. Secondo fonti non ufficiali sembra che alcune auto che trasportavano le schede elettorali sono state assaltate e gli agenti della scorta uccisi. Una sera a mezzanotte mentre eravamo a cena, nei dintorni della stazione Termini, dopo che un ragazzo africano gli ha chiesto l’ennesima fotografia e l’ennesimo autografo,mi disse “anche a quest’ora puoi trovare qualcuno che ti conosce, anche se sei a milioni di chilometri dal tuo paese”.

Wole Soyinka, poeta, drammaturgo, narratore, saggista, professore universitario, Premio Nobel per la letteratura rivolge queste parole ai suoi connazionali, i nigeriani, nell’introduzione al romanzo L’uomo è morto (1972) che si ispira agli anni di detenzione dal 1967 al 1969, inflittigli dalla dittatura di Yakubu Gowon. “L’uomo muore in tutti coloro che tacciono di fronte alla tirannia … L’attuale dittatura è un’imposizione che ci degrada. È tanto più umiliante perché, come sappiamo bene io e voi, questa dittatura ha superato di gran lunga i peggiori eccessi dei governi civili di prima del 1966, per brutalità, arroganza, repressione, corruzione e nel sistematico rovesciamento dell’iniziale volontà di cambiamento. È vergognoso ammetterlo ma è la verità”.Dopo la scarcerazione, trovando difficile vivere in un Paese in cui gli oppressori, gli aguzzini, erano ormai gli stessi nigeriani, persino gli studenti della sua università, si reca in volontario esilio negli Stati Uniti, dove insegna all’università, intensifica la sua attività letteraria e progetta una residenza per gli scrittori perseguitati dai regimi totalitari. In prima linea nella difesa della libertà di espressione, nella condanna dei fondamentalismi, sempre consapevole che la stessa sopravvivenza dell’umanità è legata a una visione del mondo basata sul pluralismo delle idee e sulla capacità collettiva e individuale di resistere all’intolleranza. In tutta la sua opera, Soyinka afferma i valori umani e sociali espressi dalla cultura Yoruba, immagina una nuova Africa, capace di una completa decolonizzazione, non solo dall’Occidente, adattando le tradizioni native alla modernità e agli sviluppi tecnologici del presente. Nella motivazione dell’assegnazione del Nobel, nel 1986, viene sottolineato il suo modo originale e inedito di trasporre nel teatro i miti e i riti africani. Wole Soyinka potè tornare in Nigeria solo dopo la morte del dittatore Abacha e l’elezione del presidente Obasanjo.

During an interview you stated that the problem of monotheistic religions is the absolutism that represents them, so we could imagine then that Western culture is not capable of being truly democratic?

No, not necessarily. Let’s remember that monotheism is considerably attenuated in Europe. Most of the churches are empty, except of course in those nations prepondantly Roman Catholic, and even there, church population is waning except during special seasons – Easter, feasts of the saints etc. Democracy has thrown the monotheistic god in question.

Being an habitual traveller, and having visited many new places, in your opinion where is the best example of democracy?

Oh, I would hardly describe myself as a habitual traveler. I am more accurately a reluctant traveler. Duty calls, and I must go. However, to your question – the Scandinavian countries, I think, though some of them suffer from a bureaucratic tyranny.

The Shariah Law is a reality in your country. In your opinion, has Nigeria some interests in maintaining this law, and how much is it supported by other Islamic countries? In the past there was discussion of particular support coming from Libya and the Saudia Arabia .

Sharia obtains in some states within the country, a minority. All theocratic laws are inherently undemocratic and are to be deplored. Of course the spread of islam, in any form would receive the support of Islamic countries, just as Christianity receives support from the Church, wherever based. The problem is not religion but its politics, especially the aggressive kind.

As a professor residing and working in the United States, what have you observed to be the role of the United States in the internal tensions in Nigeria, and what has been your role as a possible mediator between the two countries?

No, I have never played the role of mediator between the United States and Nigeria, though I have had a long spell teaching in the US. Recently of course I was involved in negotiations over the freeing of hostages, in the earlier stages of hostage taking, and those hostages included Americans and British. This brought me in close contact with some US officials. And of course during the struggle against the Abacha dictatorship, I was involved in high-level meetings with legislators and government officials in the US, but that applied also to other countries, including the African continent. As for US interference in Nigeria, the US interferes wherever there is oil. Nigeria is no exception.

Redazione Atlasorbis Online

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