Attualmente la Comunicazione pervade la nostra quotidianità in ogni suoi aspetto. Se pensiamo all’evoluzione inarrestabile e poderosa che ha caratterizzato il fenomeno comunicativo dall’avvento della radio sino agli attuali pc portatili, tablet e smartphone possiamo renderci conto come esso assuma i contorni di un processo sociologico prima che meramente comunicativo. Negli ultimi anni tale evoluzione ha subito una vigorosa accelerazione che rende i supporti tecnologici obsoleti in poco tempo, rimpiazzati sul mercato, e nella vita di tutti noi, da nuovi modelli che differiscono solo per qualche particolare dai precedenti “fagocitati” commercialmente secondo logiche di libero mercato.

L’aspetto sociologico che occorre sottolineare è costituito dalle nuove dinamiche di rapporto tra individui che queste innovazioni hanno catalizzato a partire dal telefono cellulare, vero e proprio spartiacque tra un vita precedente esente da qualunque forma di reperibilità e un’esistenza in cui si è costantemente raggiungibili e, soprattutto oggi, interconnessi alla Rete. Un progresso, questo, che trasforma la nostra vita, rivoluzionandola, ci tiene costantemente aggiornati su ciò che accade nel mondo, ma soprattutto c’immerge in una socialità fatta di relazioni costanti che si possono interrompere solo premendo un pulsante. Il cambiamento che però assume contorni profondamente sociologici è stato quello indotto dalla nascita degli aggregatori di contenuti multimediali prima e dai social network poi, proprio perché il mutamento causato da tali realtà ha influenzato fortemente dinamiche relazionali e rapporti fino a qualche tempo prima nemmeno pensabili sia da un punto di vista spazio-temporale sia da quello culturale. Grazie a Youtube siamo diventati creatori di contenuti audiovisivi che condividiamo con tutto il mondo in un battito di ciglia, abbattendo quel muro mediatico che divideva producer e consumer; mentre grazie a Facebook e Twitter, passando per MySpace, ogni utente può inanellare una serie di relazioni che in condizioni normali non sarebbero state possibili, abbattendo timidezze, veri o falsi pudori e facendo emergere la propria interiorità, i propri gusti, parte del proprio mondo, protetti dalla rassicurante interiorità di uno schermo. Tutto questo influenza costantemente la nostra socialità fattuale, concreta e le modalità in cui si declina. Ovviamente una libertà tanto grande va monitorata perchè può provocare diverse tipologie di abusi che vanno eliminati, ma, come si sa, ogni innovazione non è né buona né cattiva, tutto dipende dall’uso che se ne fa.

Marino D’Amore

01 Novembre 2012

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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