Il pianeta vive l’ennesimo periodo di crisi economico-congiunturale, e se ne ipotizza l’uscita solo nel 2012, anno che nell’andamento dell’economia internazionale viene individuato dagli esperti nell’ambito della ciclicità. Oggi i sacrifici che i cittadini italiani e di quasi tutto il mondo devono sopportare prendono origine da un signoraggio sulla moneta, la quale viene messa a costo zero (tranne inchiostro e carta!) dalle Banche Centrali, assolutamente private. Tale costo viene pagato dagli Stati che si rivalgono sui cittadini con l’emissione di Buoni del Tesoro e con varie tassazioni, le quali colpiscono soprattutto gli apparati produttivi nazionali. Ad aggravare la situazione di Paesi con grave debito pubblico c’è il ricorso a prestiti internazionali (legge Fondo Monetario Internazionale), dove super-Banche Mondiali innescano un meccanismo perverso di indebitamento senza fine, a spirale;

solo l’Argentina è finora riuscita a liberarsene dopo crisi politiche acutissime, gravi e prolungati disordini sociali e estenuanti trattative sul progressivo disancoraggio. Occorrerebbe, a proposito di tali operazioni usuraie, ricordare come le banche dei Paesi islamici vietano con rigore il prestito con interessi, mentre praticano la condivisione di perdite e profitti con i clienti.

Dunque il danaro rastrellato in tale maniera, sicuramente poco nobile, è dai grandi Istituti di Credito reinvestito in Paesi come la Cina, dove l’enorme macchina produttiva -anche quando privata- è controllata dallo Stato. Questo specula sui lavoratori con salari bassissimi (circa 8 volte inferiori ai nostri) e sfrutta la pazienza dei singoli, ancorati a valori tradizionali: il sacrificio dei padri si tramuterà in benessere e trionfo dei figli.

La vecchia Europa, soggiogata dalla finanza deteriore del capitalismo, non può essere condannata a una fine terzomondista. La caduta della borghesia, almeno nel vecchio concetto di forza numericamente predominante e di condizioni medie nel mondo occidentale, capace di produrre ricchezza e creare menti ed innovazione, potrebbe portare ad un modo di falsi ricchi. Sarebbe come dire che il controllo dall’alto del reddito delle famiglie, sia pure impoverita da rigidi sistemi di vessazione fiscale, permetterebbe agli stessi nuclei di spendere comunque del danaro (attraverso la forza attrattiva del consumismo) e contemporaneamente ai grandi poteri finanziari di continuare ad arricchirsi. Questo significherebbe il critallizzarsi di una olgarchia di potere mondiale e la fine della democrazia intesa governo che proviene dal popolo.

La soluzione dovrebbe arrivare attraverso l’annientamento dei gruppi finanziari letali, ottenuta con lo stabilirsi di chiare regole commerciali, contro lo strapotere dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, la schiavitù della globalizzazione e del mondialismo. Sarebbe un successo per tutti se l’Europa cominciasse a far ripartire dal basso la capacità progettuale di tante grandi menti, che nel passato ne hanno fatto la culla della civiltà in tutti i campi. Tutto ciò può passare non solo attraverso la totale rivisitazione della normativa internazionale in materia finanziaria, ma anche con la riscoperta culturale dei valori e delle idee che hanno fatto grande il nostro Continente. Se lo stato sociale è al limite della rottura, occorrono le scelte drastiche che l’Europa nel passato ha dimostrato di essere in grado di operare.

Dr. Terenzio D’Alena

16/06/2010

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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