“…….Ritorno alla vita…….”

“Un giorno come un altro…..prima accompagni i bambini a scuola, poi in ufficio, infine il consueto caffè, le solite chiacchiere con gli amici e i colleghi…..ma un bel giorno sembra che qualcosa non vada per il verso giusto. Un malessere generale, tanta stanchezza, poca forza nelle gambe, tanta voglia di riposo. Il calcetto poi, addirittura due turni in porta nell’arco di una stessa partita. Pensi sia un periodo particolare. Forse. Ma durante quei giorni anche la bocca comincia a dare un fastidio tremendo. Brucia maledettamente dentro. Cosa sarà mai? Qualcosa di passeggero, certamente. E invece no. Arriva una febbre alta che non vuole andar via, come le altre volte, in un paio di giorni. Dura invece una settimana, con punte di 40-41 e mai meno di 39. Comincio a pensare a qualcosa di serio.

E allora decido. Non posso continuare a stare così male, vado in ospedale. Borsone in mano, non si sa mai, un saluto frettoloso ai miei bambini e via. Non potevo certo immaginare che il mio cammino, da quel momento in avanti, avrebbe previsto 110 giorni di ricovero, due cicli di chemioterapia, un trapianto di midollo osseo e….. tante battaglie contro la morte che, solo con l’aiuto e la luce del buon Dio, mi avrebbero visto prevalere. Arrivo al Pronto Soccorso. Attesa infinita, visita medica e poi analisi del sangue. Me lo sentivo, lo avevo capito, il responso sarebbe stato di quelli che ti fan venire i brividi di paura in tutto il corpo. Macchie rosse stampate sul corpo, bocca in fiamme, febbre altissima. Improvvisamente cambia tutto. Il medico di turno si avvicina malinconicamente e cerca di dirmi qualcosa. Io, con coraggio e disperazione insieme, lo anticipo: “Dottore, lo so che mi vuol dire, è leucemia, vero”?
Un interminabile e imbarazzante attimo silenzio precede la risposta. “Sì, purtroppo è leucemia”. E allora provi quello che non hai mai provato, sprofondi su una sedia a rotelle che ti porta verso il Reparto che sarà il tuo prossimo campo di battaglia, fai le prime telefonate per comunicare che ….. da quel momento in poi non sarà la stessa vita. Tutto cambierà, in una strenua lotta per sopravvivere. Non pensi certo a chiederti il perché di quella tragica “sentenza”. Pensi solo che devi farcela. Devi assolutamente farcela, perché la vita è troppo preziosa e da quel momento la “guerra è guerra”, bisogna combattere, trovare la forza necessaria dentro il profondo dell’anima e dello spirito, per avere la meglio. Non ti fai alcuna domanda. Diventi un guerriero e basta, e il tuo esercito è fatto di persone che ti vogliono un bene infinito, che non ti lascerà un solo attimo, da quell’istante in avanti, e che lotterà e ti trascinerà sempre, comunque vada a finire”. Leucemia. Già a pronunciarla quella parola ti fa venire i brividi dentro. I “taumaturghi” del passato la definivano il “male inguaribile”, ma oggi c’è più di una speranza. Certo, cure lunghe e difficili che ti provano, il fisico che cede e, quando possibile, un trapianto con un midollo compatibile ma soprattutto….. tanta forza, tanto coraggio e immensa volontà, tanta voglia di vivere e di vincere la malattia e tanta fede, in qualsiasi Dio si creda…! E poi loro…..gli “angeli” con il camice bianco del Reparto di Ematologia di un qualsiasi ospedale d’Italia, aiutati dall’amore di tanti volontari dell’AIL (Associazione Italiana contro le leucemie). L’incontro con un amico, colpito all’improvviso da questo male, mi ha spinto a scrivere queste riflessioni, rendendo pubbliche quelle che fino a poco tempo fa erano gelosamente custodite nell’animo di quella persona, in un miscuglio di sofferenza e gioia, dolore ed emozioni. Sensazioni che lo hanno attraversato, in un alternarsi alcune volte violento, fino ad oggi. Mi ha raccontato della sua cruenta battaglia contro un male che voleva vincere a ogni costo, la voglia, alcune volte, di dire basta, una forza di volontà e una determinazione che erano duramente scalfite ad ogni ciclo di cura. Quando sembri mollare…in fondo a quel vicolo buio nel quale sei entrato…. Intravedi un filo di luce. Lo sguardo dei tuoi bimbi che ti trasmettono gioia e speranza, la trepida attesa dei tuoi familiari e dei tuoi amici che aspettano un tuo sorriso o una tua battuta, dei tuoi colleghi che ti aspettano…per il solito caffè e per quelle due chiacchiere…….un pallone che aspetta solo di essere calciato. Sai che hanno bisogno di te, che non li puoi lasciare sul più bello, e allora lotti anche per loro. Questa non è una storia come le altre. “Vorrei tanto che molte altre storie, tutte le altre storie, somigliassero a questa, alla mia storia, ma così non è purtroppo. Ho visitato un mondo particolare, ne faccio ancora parte: una dimensione intrisa di sofferenza, sgomento, dolore, paura. Dove è sottile la linea di separazione fra la vita e la morte. Nella quale devi fare i conti con una terribile malattia, senza sapere se sarai tu a prevalere. Come dimenticare gli occhi smarriti, disorientati e sgomenti di chi, come me, ha scoperto, suo malgrado, che in un solo istante la propria vita sarebbe cambiata. Come dimenticare gli amici che, nonostante ce l’abbiano messa tutta, non sono più tra noi. Ora sono in cielo e sono sicuro che continueranno a tifare per chi come me è stato miracolato ed ha il privilegio e la forza di combattere, come hanno fatto loro, a testa alta, con dignità, senza mai arrendersi. Anche se dovesse essere la sconfitta ad arrivare”. Sofferenza, sgomento, dolore, paura e chissà quante altre sensazioni senza un nome ti attanagliano dentro. “Sembrerà strano ma quello della sofferenza è un mondo meraviglioso. Ti aiuta a crescere, impari ad apprezzare la vita, cambiandone completamente visuale: all’improvviso tutto sembra diverso. Il Signore ti sceglie per portare quella Croce che è stata la Sua e ti trovi catapultato in una dimensione spirituale dove non esiste egoismo, invidia e cattiveria. Dove non ci sono persone che pensano alla materialità e al correre dietro alle cose futili. Qui, nel mondo della sofferenza, basta un piccolo gesto, un semplice sorriso per regalare a un adulto o ad un bambino, una gioia infinita. Paradossalmente, è proprio in questi momenti che ti senti vivo, che sei sereno con te stesso, che ti senti riconciliato con la vita, anche se questa ti sta per sfuggire. Anche se stai per morire. Quante volte ho stretto il cuscino del mio letto alle orecchie per non sentire le urla di dolore e di disperazione di qualche bambino nella stanza vicino. Perché un adulto può riuscire a farsi una ragione di tutto, anche della morte, ma un bambino no, lui non può capire e non è certamente quello il mondo che gli spetta. La mia non è una storia come tutte le altre. Ho conosciuto, tra le pagine della disperazione e della speranza, un Angelo di questa vita. Il Signore mi ha mostrato il Suo volto, la sua Luce. Un Angelo con il camice bianco ha vegliato su di me durante tutta la mia degenza in ospedale, nei concitati momenti dove ho lottato per la vita, mentre la morte mi mostrava brutalmente il suo volto. Un Angelo che mi ha salvato la vita e sento che è sempre lì, alle mie spalle; so che non mi abbandonerà mai per seguire sempre i miei passi. Medici, infermieri e volontari dell’AIL, dei Reparti di Ematologia e dei Centri Trapianti. Tutti in prima linea, ogni santo giorno, sempre pronti, con dedizione e generosità. Assolutamente con forza d’animo e spirito di sacrificio non comuni. Grazie a loro, grazie a tutti voi, ho sentito in ogni momento la presenza di un vero e proprio esercito. Voi tutti avete pregato per me, combattuto con me. E voi tutti vi sento accanto a me nel difficile cammino della vita terrena. Non è e non sarà facile ancora per tanto tempo, ma continuate a stare con me, a volermi bene come avete fatto sempre ed a volere bene tutti coloro che fanno parte del mondo della sofferenza, quelli che conoscete e quelli che non conoscete. Non dimenticate mai che, in fondo, basta un vostro piccolo gesto per farli felici. Perché, ricordatelo sempre, comunque vada, dove c’è Amore c’è speranza.”

Ferdinando Spagnolo

“Più passa il tempo e più mi convinco che l’unica cosa per cui valga la pena di vivere e morire è il privilegio di rendermi più utile e di rendere qualcuno più felice. Nessun uomo che faccia qualcosa per il suo prossimo fa un sacrificio”. (Booker T. Washington)

* L’autore girerà un documentario a Reggio Calabria tratto dalla storia vera sopra narrata

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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