Attualità e prospettive future.

Cosa ne pensa Marco Moroni, Segretario Generale del Sapaf – Sindacato Autonomo Polizia Ambientale Forestale.

Segretario parliamo di risorse umane. Qual è la situazione attuale nel vostro Corpo e quanti sono i forestali nella penisola italiana?

forestaleIn merito alle criticità legate alle risorse umane, nel Corpo Forestale dello Stato non ci facciamo mancare nulla!! Intanto, la carenza organica del 15% è particolarmente gravosa, soprattutto in una Forza di Polizia che conta complessivamente 9.346 unità; infatti, a differenza delle altre Forze di Polizia ad ordinamento civile, il CFS ha una capillarità territoriale molto estesa, con le oltre 1.000 Stazioni dislocate negli ambiti rurali e montani, oltre ai Comandi Provinciali e Regionali presenti nelle 15 regioni a statuto ordinario, per un totale di oltre 1.200 strutture (compresi anche altri Uffici non dirigenziali).
A questo si aggiunga la consueta anomalia della dislocazione territoriale presente un po’ in tutta la pubblica amministrazione, che registra esuberi nel centro sud e carenze nel nord. Ma anche laddove abbiamo regioni con molto personale, la distribuzione territoriale penalizza fortemente le strutture operative (Stazioni) che oggi annoverano una media inferiore alle 2 unità: equivale a dire inoperosità per l’impossibilità di coprire le turnazioni nelle 24 ore. Tutto questo è stato favorito, sostanzialmente, da una cattiva gestione delle risorse umane da parte del CFS che solo nel 2007 (e su forte pressione del SAPAF) si è dotato di una pianta organica e di un regolamento per la mobilità a domanda del personale.
La situazione che stona di più, oggi, è quella relativa alla presenza dei Forestali nei Parchi nazionali, ove la legge prevede una dotazione organica spropositata per le nostre risorse, con il conseguente depauperamento delle strutture limitrofe a quelle all’interno dei Parchi: da precisare che il personale operante in queste ultime strutture, non viene impiegato in compiti diversi da quelli riferiti al Parco. Ci stiamo adoperando, affinché il Ministero dell’Ambiente (competente in materia) riveda la normativa al fine di evitare tali sperequazioni, permettendo al CFS di salvaguardare le proprie strutture, in particolar modo le Stazioni, al fine di garantire il controllo del territorio rurale e montano come prevede la nostra legge di riordino, la n°36 del 2004.
Con la novità della costituzione delle Sezioni di PG del CFS presso le Procure ed i Tribunali (introdotta dalla legge n°4/2011), questo pericoloso decremento del personale verso altre strutture si acuirà ancora di più, visto che saranno circa 300 i Forestali che in questo primo biennio di applicazione della norma, saranno trasferiti presso le strutture della Giustizia. Anche in questo caso, il SAPAF è impegnato affinché il CFS possa ripianare gli organici, anche parzialmente, delle Sezioni di PG.

Come e qual è la risposta delle istituzioni agli appelli e segnalazioni del Vostro sindacato?

E’ difficile dare risposta al quesito, perché nonostante il SAPAF rappresenti oltre il 40% del personale, far comprendere all’interlocutore (politico o istituzionale) che le nostre istanze sono sostanzialmente quelle della base, non è mai facile! Ritengo che l’attuale situazione politica non faciliti dialoghi costruttivi con nessuna istituzione (essendo il Presidente della Consulta Sicurezza – SAP SAPPE SAPAF, conosco bene le problematiche anche delle altre FF.PP. ad ordinamento civile e so che la situazione è sostanzialmente uguale per tutti). Secondo me, invece, proprio in periodi di crisi economica e finanziaria, come quelli che stiamo vivendo, un maggior confronto con le rappresentanze del personale, soprattutto con quelle autonome (che non essendo politicizzate hanno una visione più obiettiva delle problematiche), aiuterebbe a superare più facilmente gli ostacoli, trovando il coraggio per fare riforme profonde e necessarie che consentirebbero, risparmiando, di migliorare le condizioni del poliziotto italiano!
Penso, ad esempio, all’unificazione delle FF.PP, alla centralizzazione di alcuni servizi, come quelli del vestiario, al coordinamento di uffici e sale operative. Tutte cose che razionalizzerebbero le spese e consentirebbero sostanziali risparmi da investire in formazione, adeguamento strutturale ed operativo, nuovi concorsi e quant’altro possa significare “investimento” nella sicurezza!

La situazione dei concorsi, invece?

Altra nota dolente, quella dei concorsi: dal 1995, anno in cui è stato emanato il riordino delle carriere, nel CFS si è svolto un solo concorso da Vice Ispettore, figura apicale del personale non direttivo! Basta questo esempio per far comprendere l’incapacità e la negligenza con cui la nostra Amministrazione ha gestito l’avanzamento in carriera del personale che, vista l’esiguità degli emolumenti, è l’unico strumento per motivare chi quotidianamente indossa un’uniforme per garantire la Sicurezza del cittadino! Evidentemente in questo ambito, servono molto di più funzionari capaci che non leggi adeguate, ma mi sembra che manchino sia l’una che l’altra cosa.

Marco Moroni, il pensiero del Sapaf in riferimento alle risorse finanziarie destinate alla sicurezza? Soddisfatti?

Su questo argomento, credo sia impossibile sottacere come questo Governo abbia solo ed esclusivamente tagliato risorse alla Sicurezza! Le proteste di questi ultimi anni, hanno avuto un comune denominatore: l’unitarietà sindacale nella protesta! E’ del tutto evidente che tagliare senza comprendere cosa non porta a dei miglioramenti: si otterrà il raggiungimento dell’obiettivo di bilancio, ma si lascia per strada molto di quanto si è faticosamente costruito in questi anni. E non mi riferisco solo alla parte che riguarda direttamente il personale (la questione della decurtazione dello stipendio per malattia, il blocco delle contrattazioni per tre anni, il “tetto retributivo”, sono argomenti sostanziali), ma anche alla funzionalità delle singole Amministrazioni di Polizia, perchè è indubbio che tagliare istituti di formazione, accorpare strutture per limitare le spese, non sostituire i mezzi per carenza di fondi, avere strumenti informatici obsoleti, come siamo costretti a fare ultimamente, significa solo ed esclusivamente mettere in difficoltà la macchina “Sicurezza” che avrebbe dovuto avere, stante le promesse elettorali, attenzioni di ben altra sostanza! Anche in questo caso, la mancanza di confronto con le OO.SS. porta solo ad amplificare i problemi senza però trovare soluzioni valide; se dobbiamo effettuare dei pedinamenti, questi verranno comunque svolti, anche con mezzi che hanno oltre 200 mila kilometri e la benzina viene pagata dall’operatore, ma tutto questo quanto potrà ancora durare? Una proposta come esempio, per risparmiare soldi da investire in Sicurezza: perchè non si obbligano le Amministrazioni all’uso di programmi informatici open source (quindi gratuiti), risparmiando centinaia di migliaia di euro da reinvestire in altri settori? domanda che rimarrà senza risposta, molto probabilmente. Ma questo significa che noi del SAPAF e della Consulta Sicurezza non sappiamo solo protestare e manifestare, ma abbiamo anche proposte da fare: purtroppo manca l’interlocutore!!

Come procede il tanto osannato progetto delle legge delega sul riordino delle carriere e ritiene indispensabile la progressione nelle qualifiche e nei ruoli del vostro assetto professionale?

Fondamentale che, anche per le considerazioni sopra espresse, si possa trovare la corretta e necessaria condivisione di una riqualificazione delle capacità professionali delle Forze dell’Ordine ed in particolare del CFS! Si pensi che buona parte del personale con un’anzianità di oltre 20 anni, è ancora Assistente Capo, cioè stagna nella qualifica apicale del ruolo iniziale del personale non direttivo, in virtù delle rigide disposizioni in materia di avanzamento e, come già ricordato, dell’incapacità delle Amministrazioni di favorire i legittimi avanzamenti. E’ bene ricordare che essendo il personale del Comparto Sicurezza a regime di diritto pubblico, le procedure concorsuali sono soggette a normativa primaria, a differenza del restante pubblico impiego per cui sono state delegificate, essendo personale a regime di diritto privatistico.
Oggi, dopo una dura e determinata battaglia portata avanti dalla Consulta Sicurezza fin dall’inizio degli anni 2000 (è rimasta famosa la manifestazione delle 1000 fiaccole del Natale 2001, a Roma), anche le altre OO.SS. del Comparto rivendicano una delega del Parlamento al Governo al fine di modificare gli assetti professionali delle carriere del personale. Va ricordato che, con il II Governo Berlusconi, al termine della Legislatura, c’è stata la concreta possibilità di definire una legge delega, ma nell’audizione conclusiva al Senato, presso le Commissioni riunite I e IV, solo il SAPAF ed il SAP si dichiararono favorevoli al testo già approvato alla Camera e l’Esecutivo non ebbe il coraggio di definire tale importante previsione! Anche l’accantonamento di 115 milioni di euro/anno definito dalla Finanziaria 2001 è frutto di un emendamento (da noi del SAPAF e del SAP fortemente sostenuto) dell’allora On. Maurizio Gasparri che incrementando di alcuni centesimi le accise sui tabacchi e sugli alcolici, garantiva uno strutturale accantonamento essenziale e propedeutico ad una riforma delle carriere delle FF.PP.
Quindi, concludendo, ritengo di fondamentale importanza una rivisitazione degli aspetti di carriera, anche per correlare le mutate esigenze operative delle singole Forze di Polizia. In verità, una mezza promessa il Governo attuale l’ha fatta, nell’ultimo incontro tenuto a Palazzo Chigi (in occasione della definizione del decreto legge n°27/2011 sul tetto retributivo) ma che ad oggi non si è ancora concretizzata: noi stiamo lavorando affinchè almeno questa promessa venga mantenuta!

In merito al nodo previdenza complementare, dove sembra essere predominante una fase di partenza” mai avviata”, cosa succede?

La previdenza complementare sarà, se non affrontata con serietà dal Governo, la “tomba” dei prossimi pensionati! L’innovazione introdotta dalla cd legge Dini non ha mai avuto le consequenziali riforme previste, contribuendo a creare malcontento e perplessità sulle generazioni più giovani che, stante così le cose, non avranno la possibilità di vivere un’età particolare come quella pensionistica con la dovuta serenità. Mi piace evidenziare in ogni circostanza in cui mi è consentito che un’appartenente ai ruoli di polizia come me, 50enne e con meno di 18 anni di contribuzione nel 1995, andrà in pensione con 700,00 euro lordi (circa) tra meno di dieci anni!! Quale garanzia possiamo dare a questo personale? quali risposte?
Le preoccupazioni aumentano se penso al fatto che da ormai 16 anni il nostro datore di lavoro (lo Stato) non ha accantonato la parte dei contributi (come prevede la legge) necessari a formare il montante contributivo attraverso l’investimento nei Fondi pensione: avete idea di quanti milioni o miliardi di euro sarebbero necessari oggi, ammesso e non concesso che lo si voglia fare? altro che manovra pluriennale! La soluzione che proponiamo, noi della Consulta Sicurezza, è quella proposta dal Sen. Ramponi, affinchè l’inizio del calcolo pensionistico introdotto dalla legge Dini combaci con l’avvio della previdenza complemetare. Solo questa soluzione può realisticamente portare certezze ad un Comparto come quello della Sicurezza e Difesa che molte volte viene etichettato come privilegiato ma che nei fatti è fortemente penalizzato!

Sono arrivate alla redazione di Atlasorbis.it alcune domande sulla serie televisiva “Un passo dal cileo” in onda su Rai 1. Domande che riflettono la curiosità dei lettori, con elogi, ma anche qualche critica. Segretario, facendo un bilancio della serie televisiva, dal vostro punto di vista, è distante e perchè la linea di congiunzione tra fiction e realtà?

L’argomento si presta a diverse valutazioni, a seconda di chi le effettua. E’ ovvio che un prodotto televisivo, per un certo tipo di pubblico, non si può discostare molto da quello messo in onda con la fiction “un passo dal cielo” ma se debbo dire che quella trasmessa è la Forestale dove opero io, direi una bugia! Noi del SAPAF abbiamo aperto nel nostro forum una discussione sull’argomento, in maniera che i Forestali potessero esprimere il loro parere in merito: in sintesi, posso dire che molti hanno contestato un certo modo di rappresentare il CFS, anche se hanno convenuto sul fatto che la fiction non poteva essere che in quel modo!
Ritengo comunque importante che si parli di Forestale e di sicurezza agroambientale, perchè far sapere alla gente quale lavoro svolgiamo, nonostante si tratti di interessi generali, non è mai facile. Certo, quei Forestali della fiction operano in un Corpo forestale della Provincia Autonoma di Treno, quindi hanno poco a vedere con quelli dello Stato, ma anche questo sarebbe difficile da spiegare al singolo utente e, sicuramente, non attraverso tale prodotto. Molto successo ha riscontrato anche il libro di Francesco Guccini e Loriano Machiavelli “Malastagione” che attraverso il servizio di un Ispettore (Poiana) racconta un CFS più vero e reale!
Ben venga, quindi, la consacrazione del Corpo forestale dello Stato anche attraverso strumenti attuali come fiction e libri ma sarebbe meglio, secondo noi, evidenziare maggiormente le peculiarità e le professionalità dei Forestali dello Stato che, è bene ricordarlo, sono Forza di Polizia parimenti alla polizia di Stato, alla Polizia Penitenziaria, all’Arma dei Carabinieri e alla Guardia di Finanza!

 

Intervista di G.Guerrisi

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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