È un dato di fatto che la giustizia civile in Italia non funziona. Quasi cinque milioni di cause pendenti, tempo medio per arrivare alla sentenza di primo grado superiore a tre anni; tempo minimo per arrivare alla sentenza di Cassazione, sette anni; ma vi sono dei tribunali in cui la causa può essere rinviata per la discussione direttamente a quattro anni dopo!

Alla fine la sentenza è spesso così inutile che chiude la stalla quando i buoi sono scappati ed i giudici si convincono di aver lavorato solo per far guadagnare la parcella agli avvocati.

In Francia, con popolazione e sistema giuridico e giudiziario analoghi ai nostri, vi è un terzo di avvocati (in Italia oltre 150.000) e un terzo di cause pendenti. E non si lamentano! Vediamo i difetti principali del nostro sistema.

– È necessario ridurre la litigiosità; essa è ora favorita dal fatto che i costi e la lentezza del processo consentono di sopraffare la controparte debole estenuandola. Non è concepibile che anche chi ha torto si possa servire della macchina della giustizia a spese degli altri e come strumento di ingiustizia. Per una causa del valore di cento milioni, giunta a decisione dopo qualche anno di lavoro, gli avvocati si divideranno dai cinque ai diecimila euro; lo Stato recupererà circa 500 euro di tasse. Pare che a nessuno sia mai venuta l’idea di far pagare allo Stato da chi ha perso la causa e vi ha dato origine un importo di costi pari a quello pagato per l’avvocato, il che ridurrebbe drasticamente il numero delle cause. Nell’antica Cina chi perdeva la causa riceveva trenta bastonate sulla pianta dei piedi e pare che le poche cause iniziate venissero transatte!

– Siamo uno dei pochi paesi europei in cui chiunque può fare una causa, anche stravagante contro altri, può costringerlo a prendersi un avvocato per difendersi, senza che il poveretto abbia la minima garanzia di poter recuperare spese e danni quando, dopo anni, si vedrà dar ragione. Questo in forza di una bizzarra decisione della Corte Costituzionale che ha deciso che il richiedere in certi casi una cauzione per i danni era incostituzionale (chissà perché in altri Stati,con altrettanto buona Costituzione e con eguale tutela del diritto di difesa, non se ne sono mai accorti!). È chiaro invece che lo Stato ha il dovere di stroncare le cause dilatorie, le cause fatte per querulomania, le cause fatte in mala fede per non adempiere o per ritardare un fallimento, prevedendo garanzie e concreti risarcimenti per viene trascinato in giudizio temerariamente.

– Non vi è causa che non possa essere decisa in sei mesi; basta correggere un sistema medievale in cui ci vogliono al minimo tre mesi per notificare un atto e in cui le vacue forme e i cavilli prevalgono sulla sostanza. Noi continuiamo imperterriti a credere di avere un sistema processuale ottimo e non ci accorgiamo che è un rottame storico. Che cosa mai impedisce, ad esempio, di avere un sistema in cui chi fa una causa deve esporre fin dal primo atto tutte le sue prove e le sue ragioni, comprese le perizie redatte da un perito che giuri di aver detto la verità e che risponda penalmente se dice il falso (ora il CT di parte non giura ed ha la funzione di ingannare il giudice!!); in cui il convenuto si costituisce esponendo le proprie prove; in cui il giudice si studia subito gli atti, vede quale è il nocciolo del problema (e ricordiamoci che il nocciolo è sempre uno solo, anche se le parti confondono le carte), decide se vi è qualche prova essenziale da assumere e poi va direttamente a decisione? In un mondo in cui tutto viene documentato, i giudici perdono ancora la maggior parte del loro tempo a sentire stuoli di testimoni, spesso di comodo o falsi, nel 90% dei casi inutili.

– Deve essere modificato un sistema in cui l’avvocato ha interesse a far durare la causa il più a lungo possibile perché è pagato per ogni atto che scrive, per ogni accesso in tribunale (anche se ci va la segretaria), per ogni telefonata e lettera con il cliente. È penoso vedere avvocati che si scambiano a raffica memorie e contromemorie per insistere su ciò che hanno già detto, come galli che si beccano; ma ogni memoria costa 500, 1000 euro ed a volare non sono le piume dei galli, ma le banconote dei clienti! Eppure gli avvocati lo sanno benissimo che il giudice alla fine leggerà solo le comparse conclusionali. In altri Stati hanno risolto il problema con un costo fisso preventivabile: è quindi nell’interesse dell’avvocato concludere la causa al più presto possibile.

– Non deve accadere che questioni di diritto, talvolta prive di importanza concreta, come ad esempio quelle sulla competenza, rimangano incerte per decenni, con più sezioni della Cassazione che vanno per ciascuna per la sua strada.

Ciò che conta è la certezza del diritto, non le masturbazioni mentali dei giuristi; meglio un regola sbagliata ma chiara, che una regola nebulosa. Perché mai non si deve stabilire che su ogni nuova questione di dubbia interpretazione, la Cassazione a sezioni unite deve immediatamente adottare una soluzione vincolante per tutti?

– I giudici italiani impiegano tre quarti del loro tempo a scrivere sentenze come se scrivessero per la storia e non per le parti, le quali conoscono benissimo i fatti, o per i colleghi di appello, i quali sono perfettamente in grado di leggersi gli atti da soli. Se imparassero a scrivere le sentenze, andando al sodo con un po’ di capacità di sintesi, come fanno i francesi, invece delle 200-300 cause all’anno che riescono a definire, potrebbero farne più del doppio.

– Deve essere ridotto il contenzioso in materia di danni.

I giuristi sono riusciti a frammentare il danno in una nebulosa di etichette: materiale, morale, esistenziale, biologico, alla vita di relazione, ecc. ecc., secondo la fantasia di chi li richiede. Non ci vorrebbe molto a regolamentare la materia sulla base di formule matematiche, meglio ancora se su base europea, in modo che chiunque possa esattamente sapere che cosa può richiedere o che cosa deve pagare; non sarà un sistema perfetto, ma sarebbe certamente migliore di quello italiano in cui varia a seconda del tribunale o del giudice e che è più vicino al Gratta e Vinci che alla Giustizia.

Dr. Edoardo Mori

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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