Qualsiasi neonato, anche nato fuori da un matrimonio o adottato, può assumere il cognome della madre, del padre o di entrambi i genitori.Un passo memorabile per la storia dell’Italia, finalmente dopo tante lotte l’articolo 143-bis del Codice Civile è stato modificato.
La parità di genere è un tema molto importante che interessa la nostra società e regola in modo civile la vita dei cittadini, per questo motivo anche se un semplice gesto come questo può apparire banale, per noi donne e per la società intera non lo è affatto.

In altri stati europei, come la Francia, è passata da anni l’abitudine di distinguere il padre dalla madre, difatti i genitori possono liberamente scegliere quale cognome mettere al proprio figlio. In Spagna si usa il doppio cognome e sono i genitori a scegliere l’ordine.

Dare una svolta positiva a questi ultimi strascichi di società patriarcale servirà anche a far comprendere quant’è importante il diritto alla decisione. Per questo motivo, l’attribuzione del cognome materno può diventare il simbolo del rispetto dei diritti di entrambi i genitori.

Non si deve più lasciare tutto com’è semplicemente perché siamo abituati ad accettare, la legge sul cognome materno doveva essere discussa da anni ma è sempre stata messa in secondo piano perché in fondo a molti andava bene così.

Invece è ora di cambiare, di eliminare vecchi stereotipi, tradizioni e leggi che ci tengono legati ad un passato in cui la donna non aveva alcuna possibilità di decidere.

Il cognome non è un etichetta di possesso né di supremazia verso l’altro genitore, quindi la possibilità di poter scegliere deve essere data ad entrambe le figure genitoriali all’interno della famiglia.

Elisabetta Pacifici

01/01/2014

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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