Intervista ad Alessandro Masi, Segretario Generale della Società Dante Alighieri
Qual è lo scopo della Società Dante Alighieri e quali sono i suoi obiettivi principali?
«Come recita l’articolo 1 dello Statuto, la Società Dante Alighieri “ha lo scopo di tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo,
tenendo alto dovunque il sentimento d’italianità, ravvivando i legami spirituali dei connazionali all’estero con la madre patria e alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la civiltà italiana”.
Gli obiettivi sono stabiliti secondo le indicazioni di politica estera fornite dal Ministero degli Affari Esteri: grazie all’attività dei 416 Comitati impegnati nei cinque continenti, la “Dante” organizza mostre, convegni, corsi di aggiornamento per insegnanti, diffonde il libro italiano in oltre 300 biblioteche e sostiene l’opera di diffusione della lingua e della cultura italiane anche in zone disagiate. La Società è anche impegnata per agevolare l’integrazione degli immigrati in procinto di arrivare nel nostro Paese: in questo contesto è stato di recente firmato l’accordo con il Ministero dell’Interno, in base al quale la “Dante” – insieme agli altri Enti certificatori – elaborerà i contenuti e le linee guida delle prove di lingua idonee a ottenere il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo».

Cosa significano le sigle PLIDA e AUDA?
«Il PLIDA (Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri) è la Certificazione che attesta la competenza in italiano come lingua straniera secondo una scala di sei livelli rappresentativi di altrettante fasi del percorso di apprendimento della lingua che corrispondono a quelli stabiliti dal Consiglio d’Europa; è una delle quattro certificazioni ufficialmente riconosciute dal Ministero degli Affari Esteri, e opera in base a una convenzione con l’Università “La Sapienza” di Roma che rilascia un plauso scientifico. Il PLIDA è anche riconosciuto dai Ministeri del Lavoro e delle Politiche Sociali e dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca come titolo per l’immatricolazione universitaria a condizioni agevolate degli studenti stranieri. L’AUDA (Attestato Unico Dante Alighieri) è un documento redatto dai linguisti del PLIDA e destinato ai coloro che svolgono corsi di italiano quale strumento didattico che indica tempi, modalità e contenuti per ciascuno dei sei livelli».
La Società Dante Alighieri costituisce un punto di riferimento per gli italiani all’estero ma anche e soprattutto per gli amanti della lingua e della cultura italiana. Quanto è importante la rete internazionale della “Dante” a livello geopolitico per l’Italia?
«La Rete è sicuramente il punto di forza della Società Dante Alighieri: poter contare su 416 sedi all’estero e su 90 in Italia è un vantaggio che nessun’altra Istituzione può vantare. Disporre di una Rete così capillare consente alla “Dante” di giocare un ruolo di primo piano nelle strategie geopolitiche messe in atto dalla Farnesina attraverso le proprie rappresentanze diplomatiche. La Società Dante Alighieri è anche spesso impegnata in zone in cui non operano Istituti Italiani di Cultura o Ambasciate, quindi la collaborazione con il Ministero degli Esteri, in questo senso, è molto stretta e proficua».
Negli ultimi anni l’Unione Europea e in particolare la Commissione Europea – sotto la pressione e l’influenza dell’asse Parigi-Berlino – ha adottato una politica linguistica di discriminazione nei confronti dell’italiano, dello spagnolo, del greco, ecc. Il Sud Europeo ha una risposta concreta di fronte alla violazione del principio di pari dignità delle lingue? Qual è la proposta della Società Dante Alighieri?
«La Società Dante Alighieri si è sempre impegnata per la pari dignità delle lingue di tutti gli Stati membri dell’UE e in particolare della lingua italiana, base e fondamento imprescindibile della cultura e della coscienza europea: nel 2005, quando il Presidente Barroso propose di escludere la nostra lingua dalle traduzioni delle conferenze stampa, furono centinaia le lettere di protesta giunte dai Comitati presenti in ogni angolo del mondo; più di recente la “Dante” si è affiancata alle Istituzioni contro la decisione di eliminare l’italiano e lo spagnolo per restringere a inglese, francese e tedesco le lingue con valore legale nel brevetto europeo valido nei 27 Paesi membri. Qualora le scelte della Commissione non dovessero cambiare, proporrei di lasciare Bruxelles senza i nostri rappresentanti. Una presa di posizione dura ma sicuramente coerente e significativa».

Quale è la politica linguistica della Società Dante Alighieri in Italia?
«In questo momento la “Dante” sta tentando di riportare l’attenzione sulla grandezza della lingua italiana, idioma di un Paese che custodisce una straordinaria tradizione culturale e storica. Una lingua che deve unire – come ha già fatto prima del raggiungimento dell’unità politica – e che soprattutto non deve escludere ma accogliere e integrare lo straniero, rendendo più agevole il suo inserimento nella nostra Società».
Qual è la politica linguistica e culturale della Società Dante Alighieri a livello europeo e internazionale?
«Come ho già detto, l’azione di politica linguistica della “Dante” viene intrapresa alla luce delle strategie comunicate dalla Farnesina. In questo periodo credo che la tutela della dignità dell’italiano in sede di Unione Europea costituisca la priorità assoluta: è inaccettabile che la lingua di uno dei Paesi fondatori dell’Unione sia messa in disparte. La nostra politica viaggia oggi soprattutto in direzione di Bruxelles».
Quali sono i progetti per il futuro della Società Dante Alighieri?
«L’immediato futuro vede impegnata la “Dante Alighieri” nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia: i Comitati italiani ed esteri hanno già preparato un calendario di eventi e manifestazioni. Il momento centrale del 2011 sarà costituito dall’80° Congresso Internazionale della Società, in programma a Torino dal 30 settembre al 2 ottobre sul tema “Unità d’Italia e unità linguistica, tra storia e contemporaneità”. L’evento rappresenterà l’occasione per illustrare progetti e tracciare un bilancio di quanto è stato fatto finora, oltre che per fare il punto sullo stato di salute della lingua italiana alla presenza di illustri storici, linguisti e docenti».
I greci sono poliglotti: parlano almeno due o tre lingue straniere. Secondo un indagine recente, nelle scuole di tutte le regioni della Grecia, dalla Macedonia a Creta, è emmerso che dopo l’inglese più del 90% degli studenti preferisce imparare l’italiano come seconda lingua straniera. Purtroppo, il Ministero della Pubblica Istruzione con la scusa del costo economico non assume insegnanti di lingua e letteratura italiana indirizzando gli allievi dalla scuola elementare al liceo a imparare il francese o il tedesco. Cosa potrebbero fare la Società Dante Alighieri e la Farnesina per non perdere l’unica opportunità di diffondere la lingua e la cultura italiana a quasi due milioni di studenti greci?
«La prima cosa da fare sarebbe quella di investire in Lettori e insegnanti d’italiano, acquisendo la consapevolezza che i soldi spesi “in cultura” non sono mai a fondo perduto».

Dr. Ilias Spyridonidis

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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