Tanto tuonò che piovve, Giulio “Edward mani di forbice” Tremonti, colpisce ancora e colpisce la sicurezza. Così in pochi giorni, con due circolari, sono stati dimezzati i turni di pulizia negli uffici ed è stata razionalizzata la benzina. Quest’ultima decisione è davvero grave, in quanto mette a rischio l’efficienza delle attività nel quadrante h 24 e soprattutto nelle ore notturne, dove è noto a tutti, tranne che alla coppia Larussa-Maroni, si commettono più reati.

Abbiamo aperto con una critica al Ministro Tremonti, ma ad analizzare le risultanze non sembra avere tutte le colpe. Ipotizziamo, che un Ministro delle Finanze decida di tagliare fondi ai ministeri per risanare il bilancio dello Stato, mettendo così in atto quella politica dei tagli strutturali che i parametri economici europei ci richiedono; sempre per ipotesi è poi il Ministero in questione che decide dove tagliare per garantire l’efficienza senza pregiudicare il servizio pubblico che svolge. Ancora per ipotesi, ma questa è realtà, ci accorgiamo che questo Ministero allunga di un giorno le celebrazioni della festa annuale spendendo quindi di più e va a risparmiare sull’igiene dei luoghi di lavoro e sulla benzina necessaria a garantire il servizio. Se questo succede vogliamo forse prendercela con il Ministro delle Finanze o con quello dell’Interno?

Le colpe di questi tagli all’efficienza sono ancor più gravi alla luce di una situazione che soprattutto nella capitale vede la Polizia convivere in una perenne precarietà dovuta all’inadeguatezza di mezzi e personale.

In questo periodo si parla tanto di controllo del territorio come risposta alla percezione d’insicurezza che colpisce l’opinione pubblica, ma la situazione tecnica operativa della Polizia di Stato nella capitale non è mai stata così deficitaria. Carenze di uomini e mezzi che mortificano l’operatività ed anche quei dispositivi individuati dal governo per potenziare la presenza non stanno producendo risultati. Primo fra tutti il progetto della polizia di prossimità denominato poliziotto di quartiere che avrebbe dovuto rappresentare il contatto fra la gente e l’istituzione; a Roma questo strumento a distanza di tre anni dall’entrata in vigore e totalmente inefficace: molto personale preparato per questo compito, una volta giunto all’ufficio di riferimento finisce con il fare il ruolo di tappabuchi, sostituendo i colleghi in compiti burocratici che altrimenti rimarrebbero scoperti. Vale solo la pena di dire che la preparazione del personale destinato ad operare come poliziotto di quartiere è costata soldi pubblici e sacrifici dei colleghi, ma oggi questo dispositivo non si riesce a mettere in campo, in quanto paga la carenza di personale che a Roma e provincia supera i mille uomini in base alle piante organiche della questura.

Il governo è poi corso ai ripari con l’impiego dei militari d’elite, in pattuglie miste con le Forze dell’Ordine, ma anche questo rinforzo di qualche centinaio di operatori è stato vanificato, dapprima con l’incremento dei posti fissi, ad esempio al primo commissariato di Roma l’utilizzo dei militari non ha permesso di liberare alcun operatore per il controllo del territorio, mentre nei commissariati periferici, i militari non si sono neppure visti. Ed in queste zone i disagi si moltiplicano ad esempio per il Commissariato Casilino Nuovo, il vero dramma è una perdita progressiva di presenza sul territorio, nell’ultimo anno la pianta organica ha perso il 20% del personale, mentre il controllo sulle centinaia di chilometri del comprensorio viene garantito da una sola autoradio, un posto fisso che assorbe un altro 10% del personale ed un mezzo per la Giudiziaria, va anche tenuto del carico di vigilati, che insistono nell’area, soprattutto nel quartiere di Tor Bella Monaca. Per non parlare poi della sede del commissariato sita sopra ad un centro commerciale, non consente un’adeguata vivibilità negli uffici, sia per il personale che per i cittadini che richiedono l’ausilio delle Forze di Polizia e per i tantissimi stranieri che aspirano a documenti per poter vivere e lavorare nella legalità.

Le sistematiche aggregazioni di personale per servizi di ordine pubblico rendono difficile, agli 80 operatori di Via Marco Valerio Corvo, commissariato Tuscolano di rispondere con puntualità alle esigenze di sicurezza, inoltre nel territorio del X Municipio la Polizia risulta essere letteralmente oberata dalla crescita esponenziale dei reati di furti e rapine in danno dei commercianti”.

Dai militari si è ora passati alle cosiddette ronde che a Roma per ora appaiono come manifestazioni politiche fini a se stesse e mancano di una pianificazione che peraltro non è neanche prevista con dovizia nel decreto della PCM che le sottopone gerarchicamente al prefetto. «I commissariati che non possono far uscire le poche autoradio per mancanza di benzina, il poliziotto di quartiere che funziona solo nel 10% dei commissariati poiché il personale preposto viene utilizzato nella nuova funzione di tappa buchi». È quanto si legge in una nota della Consap Romana, la Confederazione Sindacale autonoma di polizia che da mesi sta «denunciando lo stato di malessere e abbandono in cui versa la polizia della Capitale e lo sta realizzando attraverso una campagna di denuncia e sensibilizzazione. Una sorta di monitoraggio dal quale emergono dati allarmanti. Roma sta vivendo un’involuzione dal punto di vista della sicurezza senza precedenti. Negli ultimi anni le ‘pantere’ del reparto volanti sono passate da poco meno di trenta di qualche anno fa a circa dieci. Bisogna fare economia, quindi si taglia sulla polizia, le macchine restano ferme nei garage in attesa di riparazioni che non arrivano. Discorso che non vale per le auto blu, che godono di un diversa voce in bilancio. Nella maggior parte dei reparti si lavora con autovetture al limite delle loro possibilità meccaniche mediamente 150-200 chilometri e le nuove autovetture arrivano con il contagocce. A Centocelle c’è lo stabile che fino a qualche anno fa ospitava il commissariato di zona. Oggi a tenerlo ‘in vita’ ci pensano quattro agenti, suddivisi in due turni. Ricevono il pubblico e raccolgono denunce. Il commissariato è composto da cinque piani e l’amministrazione paga l’affitto mensile, la corrente il riscaldamento e persino le pulizie giornaliere dell’intera struttura. Nel commissariato Aurelio il personale effettivo è composto da 74 persone (previste 110), a Salario Parioli da 73 (personale previsto 130) a Ostia da 110 (personale previsto 145). L’area dei Castelli Romani è presidiata da commissariati con organici ridotti all’osso, il commissariato di Genzano nel tempo è stato svuotato sino ad avere un organico di 32 unità, leggendo i dati Istat ci si accorge che il rapporto tra agenti della Polizia di Stato e residenti è di 1 ogni 2.000 persone, contro la media europea che è di 1 a 500. Su tutto questo si è abbattuto come un ciclone il taglio di spese per la sicurezza deciso dal governo, che ha sottratto decine di milioni di euro di risorse economiche al settore sicurezza. La persistente carenza di personale diventerà cronica dal 2009 – blocco turn over – poiché soltanto un poliziotto su dieci che andrà in pensione verrà rimpiazzato. Questo è lo scenario nel quale si incastrano i tagli alle spese per la pulizia e per la benzina. Verrebbe da dire, peggio di così…ma come ci dimostra questa stagione politica…il peggio non è morto…mai!

Massimo D’Anastasio

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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