Parigi, 7 gennaio 2015. Sono stati otto, lunghissimi minuti di terrore allo stato puro, quelli trascorsi a Parigi il 7 gennaio 2015 presso la sede del giornale satirico Parigino “Charlie Hebdo”.

“Una tragedia terroristica”: Queste, le stringate ed eloquenti parole del presidente Hollande in merito all’accaduto, che ha voluto stringersi attorno alla famiglie delle vittime (Ufficialmente 12), e ribadire come quest’attentato abbia colpito il cuore di tutta la Francia stessa.

Gli attentatori Mussulmani, ormai catturati e uccisi dalle teste di cuoio Francesi durante un’incursione in un supermercato Kosher alla periferia di Parigi, hanno messo in atto un qualcosa che in nessun altro modo potrebbe essere descritto, se non con la parola “follia”. Una follia che non si può concepire, non si può curare, affrontare, ne tanto meno comprendere. Una strage a sangue freddo che ha colpito dei lavoratori più che mai innocenti, che nulla hanno fatto se non regalare un sorriso tramite i propri articoli, che, per l’appunto, coloravano uno storico giornale satirico.

12 vite tolte al mondo in nome di Allah, queste le grida ferme o orgogliosi al momento della sparatoria da parte degli attentatori.

12 vite,che ora, per “colpa” di una risata non avranno più la possibilità di vivere la propria passione.

Tutto ciò non è una questione di religione, quanto nell’interpretazione della stessa. L’islam non c’entra, ma l’interpretazione messa in atto da alcuni esponenti, porta inevitabilmente a macchiarne la splendida storia, nobiltà fascino che conserva questa bellssima religione.

Sarà inevitabile che un attacco simile porti ad una forte destabilizzazione in Francia, come in tutti gli altri Paesi del mondo.

Purtroppo la realtà è che tutto ciò fa solo parte di una lunga serie di attentati che si nascondono dietro un apparente movente religioso.

Lampanti balzano ai ricordi le storiche tragedie dell’ 11 settembre, di Londra, per non dimenticare Madrid nel lontano 2004. Ora Charlie Hebdo.

Per molti questo nome non ha significato nulla sino ad oggi e per molti altri continuerà, forse, a non aver particolare rilevanza. Ma per tutti gli altri, per chi veramente non ci stà, non potrò restare un sacrificio vano, un evento isolato, quanto un trampolino per saltare sù, verso la rinascita.

A.G. 16/1/2015

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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