Tragici incidenti stradali, quasi all’ordine del giorno. Ragazzi, bambini morti o in coma, il denominatore comune di tutti questi eventi sconvolgenti è un’accusa di omicidio colposo o di lesioni colpose. Mera responsabilità o mancanza colposa, ossia fatto per l’Autorità giudiziaria, dramma e sciagura per vittime e superstiti. Poi si va a sentire l’autista del furgone in un caso o del pullman in un altro, illeso o lievemente ferito. Si è vero mi ero ubriacato e mi sono messo alla guida del veicolo, spiegando anche le cause del gesto e… è successo, non volevo. Una manovra maldestra derivata da un fatale errore, ovviamente… colposo. Se si volesse guardare in faccia alla realtà si potrebbe, almeno dire: il soggetto si è messo in stato di incapacità, dopo di che…, guarda caso è accaduto il disastro.

E’ noto che il dubbio potrebbe postulare il dolo. Non solo la colpa ma anche il dolo può essere presunto, c.d. in re ipsa. Nel caso del pullman potrà citarsi l’agenzia da cui dipende l’autista, ma in quell’altro come in tanti altri casi vi sono solo irresponsabili e incoscienti che non risarciranno mai un centesimo a nessuno. In particolare si trattava di uno straniero ubriaco, ma con quel minimo di lucidità tale da non perdere il controllo di sé, tanto da poter guidare, e tale, a seguito di una verifica e di un’opportuna indagine, da pervenire all’accertamento di un probabile e diverso atteggiamento mentale. E’ evidente che con un tale decorso causale si è determinato un verosimile pericolo di un evento morte, anche plurimo. Forse anche implicitamente accettato, ben potendosi evitare. In generale, in fatti simili si potrebbe al limite discutere di azione tentata se chi, essendosi reso incapace pone in essere un tentativo di un reato previsto e accettato. Questi non sono furti, incendi, danneggiamenti, aggressioni, borseggi compiuti dai soliti ignoti, e comunque vissuti dall’”offeso” con immenso disagio e angoscia. Tutti etichettati come crimini di lieve entità, e malgrado ciò non depenalizzati. Questi sono omicidi, ma inseriti nella stessa cornice di limitazioni di responsabilità e di trattamenti di favore. Su questo si deve iniziare a riflettere, per cercare di superare la soglia della mera imprudenza o della mera inimputabilità.

Altra constatazione nonchè considerazione di interesse sociale va fatta sui mutui o finanziamenti. (Si sente dire in certe trasmissioni alla t.v. da parte di uffici vendite: eh ma se non ci ha genitori, nonni, zii, che l’aiutano il mutuo se lo può scordare), per cui chi non ha i c.d. santi in paradiso, nemmeno si può rivolgere altrove. Il prezzo da pagare per l’uso del denaro o del risparmio altrui è troppo alto.Ciò sarebbe corretto se il risparmiatore che ha il denaro e lo dà in prestito ottenesse un congruo interesse, che è una prestazione pecuniaria accessoria. Il problema riguarda il costo eccessivamente oneroso di tale interesse che non consente a determinati individui di poter affermare la propria personalità. Il popolo “sovrano” compra a caro prezzo la propria moneta, banconote, indebitandosi all’infinito, per pagarci anche l’interesse su questo denaro. Il costo di produzione, infatti è minimo, irrisorio ossia stampa e tipografia. E’ imposto il pagamento di esorbitanti redditi derivanti dall’emissione di moneta. Si parla di signoraggio dal francese seigneur, in italiano signore, feudatario nel medio evo. Redditi incamerati dalla banca centrale e dallo Stato che coniano moneta in condizioni di monopolio. Monopolio che consente di ottenere il signoraggio. Ma quando chiedo un mutuo, la banca mi dà un assegno, cioè un documento che non è una somma di denaro ex art. 1282 c.c. Sono i crediti di somme liquidi e esigibili a produrre interessi di pieno diritto. Per cui il debito deve avere ad oggetto pezzi monetari, insomma denaro. Ma questo, naturalmente non sposterà mai nulla. E allora ci vuole, in rapporti negoziali del genere, un meccanismo di riequilibrio a vantaggio del contraente debole, per eliminare questa debolezza strutturale del potenziale mutuatario. Il politico o amministratore eletto, prima di tale stadio non deve suscitare falsi affidamenti e dopo deve tener conto e presenti i giudizi dell’elettore, senza pensare troppo alla libido del potere. Si dice che l’apparenza crea l’affidamento. Per i mutui già conclusi, per determinate fasce di reddito, o comunque se si verificano fatti nuovi dal punto di vista economico gli interessi vanno rinegoziati, per una variazione del prezzo, al fine di scongiurare gravi ingiustizie. Ciò senza interventi del giudice, risarcimenti tardivi, infatti sono inutili. Sono necessari invece, doverosi, tempestivi e concreti interventi degli esecutivi nazionale e locali, se non l’abbiano già fatto prima. Nei contratti internazionali si parla di hardship clause, o apposita clausola inserita nei testi contrattuali per una revisione del rapporto, in aggiunta alle molteplici clausole sulle condizioni del finanziamento. Sia riducendo quei redditi, (fantascienza), sia con una buona politica di sostegno, (utopia), si possono, preventivamente e ulteriormente ribassare i tassi di interesse, assumendosi eventualmente lo Stato una percentuale di detti corrispettivi. Secondo Keines bisogna dilatare la spesa pubblica, l’uomo percepirà di avere più soldi da spendere, cresceranno così economia e consumi. Ciò per prevenire anche il fenomeno dell’usura, per cui gli interessi o i compensi dati o promessi sono usurari rispetto alla concessione di denaro. Nel diritto romano non c’erano gli interessi, a meno che anche il mutuatario non fosse d’accordo a versarli con apposita stipulatio, oltre al capitale. Attualmente c’è un risparmio sulle spese degli interessi? c’è la tanto desiderata scesa dei tassi di interesse? o c.d. sacrosanta riduzione del costo del denaro? appartenente alla sovranità di chi? considerati quei redditi, sproporzionati introitati dallo Stato? Insomma, il politico che sappia tutto ciò o, se non lo sappia, ma assista anche per caso a trasmissioni simili, deve rimediare il prima possibile, se no, anche per coscienza dovrebbe ritirarsi.

Avv. Fabio Locurcio

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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