Recentemente mi é capitato di assistere ad uno spettacolo teatrale  (una delle mie passioni insieme alla musica, al cinema  e alle serie Tv); a spingermi ad andarci é stata la curiosità. Non era teatro classico, cui di solito assisto. Ad invitarmi era stato un ragazzo della mia scuola, con il quale spesso mi ero trovato a chiacchierare, un diciottenne, che con naturalezza mi ha detto ” Vieni metto in scena uno spettacolo teatrale scritto da me insieme a un amico.” L’idea mi é piaciuta subito non soltanto perché a fare teatro era una mia conoscenza ma anche perché mi permette di dimostrare che anche noi nuove generazioni abbiamo qualcosa da dire, che anche noi abbiamo passioni, desideri e sogni e non ci sono soltanto quelli interessati allo “sballo”, all’annullamento di sé.

Lo spettacolo si intitola ” Non ne ho idea”, scritto da Simone Scerna e Paolo Rizzo, ed è andato in scena al Teatro Studio 1 di Torpignattara. É una commedia scorrevole e non pretenziosa che fa scaturire la risata senza forzarla. La trama parte da un’idea semplice ma efficace, illustrare come l’atto creativo dello scrittore a volte nasca dalla volontà di esprimere qualcosa che si ha dentro ma che il modo e i tempi non siano frutto di una pianificazione ma maturino dal confronto con il mondo che ci circonda. Purtroppo quell’atto rischia di restare sterile se non si hanno i mezzi, l’esperienza o semplicemente qualcuno che creda in te, per comunicarlo agli altri. Una situazione in cui noi ragazzi ( e forse anche qualche adulto) ci troviamo spesso. poluzzi foto art

Simone Scerna (che come Paolo Rizzo é attore dello spettacolo oltre che commediografo) e Alessandro Battaglia sono due giovani squattrinati che hanno uno spettacolo ma non i soldi per metterlo in scena e così chiamano il ricco Giovanni (Paolo Rizzo) per convincerlo a finanziare lo spettacolo. Ma sbagliano numero e alla loro porta si presenta un altro Giovanni, squattrinato tanto quanto loro. Da qui partono gli equivoci che struttureranno l’opera con l’inserimento di altri personaggi: un pizzaiolo -artista ( Andrea Manfroi), il proprietario di casa sordo e  un  personaggio metafisico che cercherà di aiutare i due protagonisti (entrambi interpretati da Flavio Le Fosse). Dopo lo spettacolo ho fatto una chiacchierata con Simone per capire come é nato lo spettacolo.

“É nato un anno fa. Era da un po’ che volevo scrivere una commedia, così ho cominciato a buttare giù qualche idea. Successivamente ho contattato Paolo e ci siamo messi a scrivere non sapendo bene cosa aspettarci, man mano che scrivevamo, dalla pagina successiva. Da qui il titolo.

Simone quando avete deciso che era il momento di portarlo in scena?

Poco dopo le vacanze dello scorso anno avevamo la commedia pronta, tramite un mio maestro di recitazione ci siamo messi in contatto con il teatro.

Il tema principale é l’essere giovani, pieni di idee ma troppo poveri per realizzarle.  Quanto è stato difficile per due diciottenni mettere in scena lo spettacolo?

Alla fine più facile di quanto mi aspettassi. Non avevamo grandi aspettative, ci siamo presi i nostri tempi per scrivere, abbiamo sperimentato. É stata una fortuna che sia piaciuta e che il Teatro ci abbia dato la possibilità di rappresentarla.

Cosa hai provato durante la prima?

Un’emozione fortissima, avevo già recitato con la regia dei nostri maestri in altri spettacoli. Ma alla prima di questa creatura tutta nostra eravamo tesissimi, ci sembrava di percepire le nostre anime che davano vita ai nostri personaggi. Alla fine quando sono arrivati gli applausi non potevamo che essere orgogliosissimi.

Naturalmente Simone sta pensando e lavorando ad altri progetti, la fiducia che gli altri hanno in noi non può che riverberarsi nella fiducia che riponiamo in noi stessi. In fondo da adolescenti non chiediamo altro che ascolto e fiducia, solo così possiamo esprimere il meglio di noi stessi a vantaggio della società nella quale viviamo.

16/4/2016

Alessandro Poluzzi

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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