Lezione di anatomia del dottor Tulp è un olio su tela delle dimensioni di 169,5 per 216,5 cm, l’opera fu realizzata da Rembrandt nel 1632 ed è conservata al museo Mauritshuis dell’Aia.
Il dipinto rappresenta il professor Nicolaes Tulp, ordinario della cattedra di anatomia presso l’università dell’Aia, mentre tiene una lezione che si accompagna alla dissezione del corpo di un giustiziato.

Grazie a una dettagliata documentazione, conosciamo l’identità di quest’ultimo, identità che rivela in modo esplicito l’interesse criminologico per il soggetto: Adrian Adrianeszoon detto “Het Kindt”, un pericoloso criminale impiccato ad Amsterdam nel gennaio dello stesso anno. In un tempo in cui non esisteva la conservazione refrigerata elettrica per i cadaveri, le analisi anatomiche potevano essere eseguite solo nei mesi più freddi: perciò, possiamo dedurre che l’intervento su Het Kindt sia stato tenuto da Tulp immediatamente dopo la sua impiccagione, il dipinto, quindi, è riconducibile alla prima metà del 1632.

Come accadrà dieci anni dopo con l’altrettanto celebre La ronda di notte , troviamo anche qui i nomi dei personaggi presenti riportati su un libro tenuto in mano da un assistente; gli ultimi due nomi, che appartengono ai medici posti all’estrema sinistra della scena, sembrano aggiunti successivamente, come, da un punto di vista icastico-pittorico, le figure stesse.

I volti dei personaggi, colti nel loro stupore fatto di curiosità scientifica e repulsione meramente umana sono realisticamente sottolineati dall’illuminazione della scena, che dà al dipinto un’atmosfera assolutamente unica, fatta di contaminazioni e richiami caravaggeschi anche se più tenui e meno drammatici. L’estrema suggestione della scena si palesa nel momento in cui Il dottor Tulp espone il funzionamento dei tendini del braccio sinistro, rappresentati con sconcertante realismo: li afferra con delle grosse pinze chirurgiche, e con la sua mano sinistra, riproduce il movimento delle dita reso possibile dai tendini stessi.

Il gesto del medico si pone nella scia di un ideale identità con quello di un pittore quando tiene il pennello tra le dita; sottolineando le similitudini tecniche tra medicina e pittura e diremmo oggi anche tra criminologia e arte, mostrandosi come un elogio per entrambe. Circa vent’anni dopo il pittore realizzerà un dipinto simile per soggetto rappresentato ma sostanzialmente diverso per l’atmosfera emozionale che crea.

La Lezione di anatomia del dottor Deyman è anch’esso un olio su tela (100×134 cm) fu realizzato nel 1656 ed è conservato a Amsterdam nel Rijksmuseum.

Anche in questo caso Rembrandt dipinge un rappresentazione in cui sono presenti i più valenti tra i membri della gilda dei chirurghi di Amsterdam su incarico degli stessi. Destinato e posto inizialmente nell’ala della facoltà di anatomia dove era già presente il precedente; nel 1660 il dipinto venne trasferito in una nuova sede dove nel 1723 un incendio distrusse buona parte della tela, di cui si conserva solo un frammento centrale (prima dell’incendio il dipinto misurava 275×200 centimetri), quello che raffigura Gysbreacht Calcoen, maestro della gilda, che partecipa alla dissezione del cervello, mentre il dottor Deyman compare (ma la testa è andata irrimediabilmente perduta nell’incendio) mentre opera appena dietro il capo sezionato del cadavere. Anche di quest’ultimo, come nella tela del 1632 con cui condivide il medesimo interesse criminologico, grazie ai documenti arrivati sino a noi conosciamo l’identità: si tratta di Johann Fonteyn, originario di Diest, un delinquente impiccato nel gennaio del 1656 e “analizzato”, anche in questo caso pochi giorni dopo.

La posizione del cadavere sembra citare pittoricamente quella del Cristo morto del Mantegna.

Rembrandt si pone come l’artista che più di tutti ha cercato in queste opere di legare consapevolmente l’anatomia che sarebbe diventata parte integrante e fondamentale della criminologia e arte creando due veri e propri capolavori.

Marino D’Amore

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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