Quali saranno le conseguenze?

Atlasorbis.it lo ha chiesto al fisico di fama mondiale Carlo Rovelli.

Si tratta dell’asteroide 2004 MN4, che passera’ vicino alla Terra il 13 aprile del 2029, e poi di nuovo, sette anni dopo, il 3 aprile 2036. C’e’ una piccolissima possibilità, che a questo secondo passaggio possa cadere sulla Terra. E’ un asteroide di circa 300 metri. Se cadesse, non causerebbe una devastazione globale, ma sostanziali danni locali. La probabilità che cada è dell’ordine di uno su centomila. Cioè più o meno la probabilità di vincere la lotteria comperando un biglietto.

Che conclusione trarre? Mi sembra che sia ragionevole trarre due conclusioni. Primo, che è bene che i governi e le organizzazioni internazionali siano coscienti di questa possibilità e prendano misure in conseguenza. Un certo grado di pericolo esiste e sarebbe sciocco trascurarlo. Il 2036 e’ lontano, e c’e’ tutto il tempo di organizzarsi e cercare soluzioni. In più, è bene continuare ad osservare tutti gli asteroidi, per vedere se ce ne siano altri da tenere d’occhio. Secondo, che, ciononstante, qualunque panico o inquietudine generale sarebbe del tutto insensata.

Quasi certamente nel 2036 non succederà nulla. Averne paura sarebbe come non uscire mai di casa per paura che un aereo caschi sulla nostra testa: una sciocchezza. In teoria può succedere, ed è bene che qualcuno si occupi di minimizzare i rischi, ma ci sono innumerevoli pericoli ben più seri, dalle malattie agli incidenti stradali, di cui preoccuparci, se proprio vogliamo preoccuparci. Penso che enfatizzare il rischio di una catastrofe nel 2036 ed evocare panico sia del tutto irrazionale. In generale queste cose sono motivate dal desiderio di vendere giornali o fare impressione. Scienziati ben intenzionati hanno insistito sui rischi di un impatto d’asteroide, ed hanno cercato di convincere i politici ad investire delle risorse per difendercene; l’obbiettivo mi sembra corretto, ma penso che sia bene stare attenti a non amplificare ad arte un pericolo che è in fatti del tutto minimo. Bisogna trovare il ragionevole equilibrio, quando si è allarmisti. Se posso permettermi, vista la audience del vostro giornale, oserei dire che c’e’ un problema molto simile con questioni come il terrorismo. Si tratta ovviamente di un rischio reale per la difesa dal quale è del tutto opportuno investire in maniera appropriata. Ma sembra che chi fa ad arte del terrorismo una sorgente di inquietudine globale lo faccia piu’ che altro per motivi politici ed elettorali. Le probabilità per un cittadino di un paese occidentale di essere vittima del terrorismo sono inferiori a quelle di finire annegato nella sua propria vasca da bagno. Ma non mi sembra che ci sia una paura diffusa delle vasche da bagno comparabile a quella degli oscuri terroristi.

Carlo Rovelli (nella foto in basso) è ordinario di Fisica Teorica presso l’Università di Marsiglia, membro dell’Istituto Universitario di Francia, e Affiliate Professor presso il Centro di Filosofia della Scienza dell’Universita’ di Pittsburgh. E’ nato a Verona il 3 maggio 1956. Ha svolto attività di ricerca in fisica teorica in Italia, Stati Uniti e Francia, principlamente nel campo della gravità quantistica. E’ stato fra gli iniziatori della teoria della gravità quantistica ad anelli, considerata una delle principali ipotesi teorichee sulla struttura fisica dello spazio e del tempo. Per questi contributi è stato insignito di numerose onoreficenze, fra cui il prestigioso premio Xanthopoulos 1995, principale riconoscimento internazionale in fisica gravitazionale. Ha pubblicato “Quantum Gravity”, e, in italiano il libro divulgativo “Cos’è il tempo? Cos’è lo spazio?”, presso l’editore Di Renzo.

Carlo Rovelli

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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