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Il Cammino di Santiago ha registrato un ottimo andamento nel corso degli ultimi anni, nonostante il clima di incertezze sul fronte politico-economico e l’impatto degli attentati terroristici. La diffusione dell’innovazione tecnologica è sicuramente uno dei fattori che ha contribuito a tale crescita. La facilità di accesso ad internet ha fornito ai potenziali pellegrini-viandanti nuovi strumenti per raccogliere informazioni e consigli per organizzare al meglio il proprio cammino. Viene da domandarsi però quanti di questi pellegrini 2.0 conoscono la storia della città, tappa finale del loro viaggio, dichiarata nel 1985 “Patrimonio dell’Umanità” dall’UNESCO, unitamente al suo cammino omonimo. Santiago de Compostela,città capoluogo della Galizia, custodisce nella sua maestosa cattedrale le sacre spoglie di San Giacomo,e rappresenta da secoli il punto d’arrivo di milioni di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. Il 23 ottobre 1987 il Consiglio d’Europa ha riconosciuto l’importanza della rete dei percorsi religiosi e culturali che giungono a questa città santa, dichiarandoli “Itinerari Culturali Europei ” finanziando, tra l’altro, tutte le iniziative per segnalarli in modo adeguato.La denominazione della città deriva da Giacomo il Maggiore “Sant–Yago”e daltermine “Campus Stellae, in riferimento alla stella o alle stelle che guidarono Pelayo. C’è pero chi sostiene che il nome derivi da “Compositum Tellum”,correlato allalocalità in cui le spoglie dell’Apostolo vennero seppellite. Parlare del Cammino di Santiago significa raccontare la storia di San Giacomo il maggiore, l’apostolo prediletto di Gesù che si avventurò come evangelizzatore fino all’estremo confine della terra conosciuta: il “Finis Terrae” della Galizia. Terminata la sua opera tornò in Palestina dove venne fatto giustiziare da Erode Agrippa che, oltretutto, ne vietò la sepoltura. Secondo la tradizione, i seguaci dell’apostolo riuscirono a trafugarne la salma e trasportarla fino a Giaffra,la misero su di una imbarcazione di pietra e, lasciandosi guidare dalla Provvidenza, attraversarono lo stretto di Gibilterra fino ad arrivare in Galizia. La barca si arenò sulle rive di “Ira Flavia” dove venne attraccata ad una grande pietra, il “pedròn”, da cui poi la città varierà il nome in Padròn. In quest’angolo del mondo allora conosciuto i sacri resti trovarono alfine sepoltura fino a che, nell’anno 813, il Vescovo di Iria Flavia Teodomiro I, su segnalazione dell’eremita Pelayo che aveva notato delle strane luci simili a stelle cadenti sul monte “Libredòn”,rinvenne, in un punto preciso del folto bosco, il sepolcro marmoreo con i corpi dell’Apostolo Giacomo e dei suoi discepoliTeodoro e Atanasio, recante la scritta: “Qui giace Jacobus, figlio di Zebedeo e Salomè”. Del rinvenimento il Vescovo Teodomiro avvisò immediatamente il Re delle Asturie Alfonso II “il Casto”, che giunse appositamente da Oviedo, il Papa Leone XIII, l’Imperatore Carlo Magno e gli altri Principi cristiani. Alfonso II, in segno di venerazione, nel 814 fece erigere sulla tomba una prima modesta basilica, che divenne seggio episcopale e dove i monaci benedettini nell’anno 893 vi stabilirono la loro sede. I sovrani cristiani del tempo, vedendo nelle reliquie del Santo un poderoso strumento politico-religioso contro l’Islam, sfruttarono in tutti i modi possibili questa scoperta ed offrirono grandi privilegi a chi si traferisse in quei territori dove transitavano i pellegrini, così che una dopo l’altra, sorsero rapidamente le città che ancora oggi affiancano il Cammino. Fecero nascere, inoltre, la leggenda di “Santiago Matamoros” (uccisore dei mori), presentandolo come colui che su di un cavallo bianco guidava le truppe cristiane nelle battaglie contro gli arabi durante la “reconquista”.La città di Santiago, distrutta nel 997 dall’esercito musulmano di al-Mansur e poi ricostruita da Bermudo II, deve la sua trasformazione a luogo di culto al Vescovo Diego Xelmirez che fece terminate la Cattedrale ed incentivò la costruzione di numerose altre chiese. de madrugadaCon il tempo finì con il rivaleggiare con Roma e Gerusalemme, diventando il maggior centro di peregrinazione di tutta la cristianità. I principali promotori degli itinerari, che partivano da tutti i punti d’Europa, furono i monaci benedettini della potente Abbazia di “Cluny” (Francia)che, resosi conto dell’importanza che il pellegrinaggio a Compostela stava assumendo, misero a disposizione la loro influenza e buona parte delle loro immense risorse, fondando strutture religiose lungo il percorso, aumentando così il prestigio dell’Ordine. Non a caso fu il monaco benedettino Aymeric de Picaud a compilare tra il 1130 e il 1135 il “Liber Sancti Jacobi” noto come “Codex Calixtinus”, così chiamato in quanto il testo venne attribuito al papa spagnolo Callisto II, un capolavoro sul pellegrinaggio a Compostela ancora attuale, che comprende una vera guida del pellegrino – libro V -che divideva l’itinerario santo che conduceva tanti pellegrini al luogo spirituale per eccellenza, in 13 tappe. Pur venendo considerato come il terzo luogo santo della cristianità dopo Gerusalemme e Roma, Santiago de Compostela e il “cammino delle stelle” risentirono molto sia della posizione geografica che della riforma luterana, venendo quindi messo in disparte sino circa la metà del XX secolo. La rotta segnalata da Picaud acquistò sin dal primo momento grandissima notorietà e, nonostante i tracciati che si sono sviluppati neisecoli siano molteplici, quello francese “elCamino Francès” rappresenta da sempre il Cammino per antonomasia. Questo itinerario parte da Roncisvalle, e si snoda attraverso la Navarra, il Paìs Vasco, la Rioja, la Cantabria, Castilla y Leòn, le Asturie, per giungere infine nella piovosa e verde Galizia.Le migliaia di persone che ogni anno a piedi, in bicicletta e a cavallo si recano a questo lembo estremo del vecchio continente, per andare a visitare la tomba di Santiago, rende questo luogo una meta preferita del turismo religioso internazionale. Negli anni cosiddetti “iacobei”, quelli in cui il 25 luglio, festa dell’Apostolo Santiago, cade di domenica, il numero dei pellegrini tocca punte altissime. L’anno iacobeovenne istituito dal Papa Callisto II nel 1122. Il primo fu nel 1126, il prossimo sarà nel 2021.Oggi come ieri, come sempre, i pellegrini sono consapevoli che il Cammino rappresenta un invito ad andare più in là “ultreya”, e sono in molti coloro che dopo aver raggiunto la città di Santiago si dirigono a contemplare l’Oceanoper toccare simbolicamente il “Finisterrae” e raccogliere la famosa conchiglia“concha o vieira”, l’oggetto più rappresentato e studiato tra quelli legati al Cammino di Santiago.

foto 2foto 3 nella foto il dott. Pisegna

16/03/2017

Cav. dott. Valentino Pisegna

Comendador de la “Orden del Camino de Santiago”

www.ordendelcaminodesantiago.es

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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