Nell’era dei social media rappresenta una delle più importanti iniziative a favore dell’ambiente e la più grande mobilitazione su scala mondiale degli ultimi decenni. Lo scopo è quello di pretendere da parte dei governi mondiali il rispetto degli accordi previsti nella conferenza di Parigi del 2015 ed il loro intervento per mettere in atto provvedimenti che incidano in maniera tangibile sugli effetti negativi del surriscaldamento globale. Infatti, secondo l’Intergovernemental Panel On Climate Charge, (IPCC), un eventuale superamento di 1,5°C dell’aumento della temperatura media globale innescherebbe un meccanismo irreversibile che renderebbe vano qualsiasi intervento umano.

A condurre questa ammirevole battaglia per la salvaguardia del clima è una giovanissima studentessa svedese di appena sedici anni che dallo scorso mese di agosto ha iniziato ad assentarsi da scuola per andare a protestare con il suo cartello fatto di semplive cartone davanti alla sede del Parlamento del suo Paese, contro l’inerzia della classe politica. Il nome di questa piccola grande donna è Greta Thurnberg. Lo scorso 21 febbraio Greta ha portato la sua causa a Bruxelles, nel cuore dell’Europa, in una delle sede della Commissione Europea, parlando all’evento “rEUnaissance” davanti al presidente Juncker. Senza mezzi termini la giovane studentessa ha messo in imbarazzo i politici in sala e nel suo intervento durato circa 10 minuti ha chiosato: “Abbiamo inziato a riordinare il vostro caos e non ci fermeremo finché non avremo finito”.

Greta Thunberg, la nuona paladina in grado di mobilitare intere masse di giovani e autentica testimone di questa epoca, con il suo disarmante esempio ha catturato nel corso dei mesi l’attenzione di milioni di persone ed ha lanciato un messaggio ecologista mai così potente prima d’ora: Abbiamo pochissimi anni per salvare il pianeta!

di Valentino Pisegna

16/03/2019

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale