Una domanda semplice ma del tutto intrigante. In passato l’emigrante era colui che con la valigia di cartone attraversava gli oceani per trovare un lavoro. Figura fondamentale per la creazione delle comunita’ italiane all’estero.

Parlare pero’ di italiano all’estero solo in termini di poveri emigranti e’ riduttivo e appartiene a logiche vecchie e stereotipate , forse non e’ riduttivo se parliamo , invece , di molti Italiani di oggi purtroppo “poveri” che, malgrado gli sforzi ed i sacrifici, sono costretti a ” Sopravvivere ” a casa propria , in Italia. L’italiano all’estero e’ cambiato.

Oggi l’Italiano all’estero e’ il professionista, il professore universitario, l’ industriale, l’ingegnere , il ricercatore , l’imprenditore, il disegnatore , l’architetto , l’Artista ed anche il politico del paese dove e’ cresciuto. Qui di seguito una testimonianza fotografica , del tutto informale , per conoscere ” da vicino” la comunita’ italiana formatasi negli ultimi anni in Cina ed alquanto fiorente…

La comunita’ Italiana in Cina e’ una comunità , già’ con una sua identità’ europea , formata da self made men e self made women , giovani talenti , esperti ,architetti . tecnici , cuochi, musicisti , artisti , imprenditori così’ come manager che rappresentano importanti aziende italiane ed europee che operano in Cina. Una comunità’ che ha saputo , negli anni , conquistare la fiducia e la simpatia dei cinesi , ha saputo trasmettere gratuitamente professionalita’ ed insegnamento a quanti , al loro fianco, hanno attentamente lavorato, osservato ed imparato il delicato lavoro che va dal design all’alta tecnologia , dalla moda alla gastronomia , una comunita’ che di certo lascia giorno dopo giorno un’eredita’ prezionsa al paese che la ospita.

E proprio al paese che la ospita essa quotidianamente contribuisce , altrettanto , al funzionamento della macchina economica del Paese. Il suo tributo economico e culturale non si limita alla sola comunita’ italiana ma va oltre il giardino di casa Italia casa europa si estende su tutto il territorio della Repubblica Popolare Cinese. Un buon esempio , quello della comunita’ italiana in Cina , che la comunita’ cinese in Italia dovrebbe saper “copiare”.

La mancanza di partecipazione al funzionamento della macchina economica del paese ospitante porta alla rottura del ” patto etico di reciprocità’ ” non quella diplomatica , perche’ della comunita’ italiana che raccontiamo , non parliamo di rappresentati di Istituzioni , ad eccezione della sola testimonianza fotografica del Ministro Plenipotenziario Dott. Vincenzo de Luca , Dott. Paolo Sabbatini e Dott. Sergio Maffettone , perché’ molto amati dagli italiani che quotidianamente penetrano nel tessuto sociale del Paese Cina diventando abili a risolvere autonomamente , i non pochi , quotidiani problemi di vita e di lavoro. L’ostacolo della barriera culturale non riguarda solo la comunità’ italiana ma l’intera comunita’ internazionale in Cina.

Difficile comprendere quando ci si trova in una sala di emergenza di un pronto soccorso di un’ ospedale cinese e prima di essere visitati dal medico di turno ti viene chiesto , per primo, non come ti chiami ? ma se hai assicurazione sinataria o carta di credito? Incomprensibile per chi, come l’Italiano che viene da una cultura dove la salute ha priorità’ sul dio denaro e curare l’ammalato e’ un diritto fondamentale di qualsiasi essere umano.

Ne sono testimoni gli amici cinesi che vivono in Italia e quelli con regolare permesso di soggiorno italiano ma di fatto “vivono e lavorano” in Cina che al momento di bisogno vanno a curarsi in Italia , perché’ l’accesso alla saluta , nel paese Italia , e’ gratuito ed e’ libero a tutti , senza distinzione di razza e di nazionalità’.

La storia ci insegna, sian dal lontano 1500 quando per primo lo scienziato italiano Matteo Ricci entro’ in Cina e insegno’ loro scienza matematica e fisica , che l’Italiano possiede una ricchezza culturale ,l’italiano e’ intelligente , l’italiano e’ creativo , l’italiano e’ generoso ed altruista , l’italiano e’ educato sa improvvisare , sa amare e sa farsi amare , non solo in Cina ma nel mondo e questo di certo e’ una delle molecole del DNA degli Italiani. L’Italiano emigrato in Cina. Emigrato e’ un termine di cui dobbiamo essere fieri , con il termine emigrato oggi intendiamo anche i giovani talenti i “cosiddetti cervelloni” in fuga dall’Italia , da quell’Italia con una classe dirigente che sta dimostrando di non saper garantire una giusta ed equa politica di lavoro , politica sociale , sapendo , invece , speculare abilmente sulla rabbia e disperazione di molti italiani trasmettendo comodamente dai salotti televisivi delusione e scoraggiamento con belle e ripetitive parole , che i giovani sia in Italia che all’estero conoscono a memoria.

Venire in Cina per lavoro , per quelli fortunati , e’ sinonimo di globalizzazione ma e’ anche motivo di riflessione per i politici italiani affiche’ siano consapevoli che la loro consistente retribuzione , prese dalle tasche degli italiani , non e’ dovuta per raccontare storielle e fiabe in televisione o per essere immortalati sulle copertine dei “giornaletti” ma per lavorare onestamente al solo ed esclusivo beneficio del paese Italia che vede giorno dopo giorno “spogliarsi” della sua futura società’ formata dalle nuovi generazioni che guardano l’estero come meta certa per un futuro sicuro.

L’italiano in Cina non e’ l’emigrato con la valigia di cartone e’ l’espero inteligente consapevole di regalare il suo “Sapere”. In silenzio , con dignità’ e con orgoglio conserva dentro di se il suo essere italiano , non chiede ai cinesi di diventare italiani proprio come non fece nel lontano Agosto 1582, il Gesuita italiano Matteo Ricci.

Ammiriamo una “foto” di un’italia in Cina che sorride che lavora che guadagna e che fa , altrettanto, guadagnare ai cinesi e nel suo tempo libero elegantemente sa divertirsi. Un augurio di un Sorridente Natale e prospero anno nuovo agli italiani lontani dalla loro bella Italia e per i tanti desiderosi di un permanente ritorno a “casa” facciamo un doveroso richiamo “all’obbligo” dei nostri politici che l’italiano emigrato all’estero unitamente all’italiano , quello povero che oggi ‘Sopravvive’ in Italia, possano avere dall’anno che verra’ una casa calda ed accogliente ma soprattutto un Paese Italia dove si possa veramente lavorare per vivere dignitosamente.

1/1/2015

Carlo Scialdone

Atlasorbis Pechino

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Di Atlasorbis

Redazione Nazionale

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